Pur ringraziando Papa Francesco per i suoi buoni uffici nella ricerca di un dialogo fra le parti in Venezuela, il Paese in generale rifiuta di considerare le basi su cui poggia il confronto auspicato. Per la realizzazione di un vero negoziato fra il Governo dittatoriale e l’opposizione erano state indicate alcune condizioni necessarie: 1) Apertura dei canali umanitari per attenuare la crisi; 2) Rilascio dei prigionieri politici; 3) Realizzazione del RR; 4) Accompagnamento al dialogo da parte della OAS (OEA). Neanche una di queste richieste precedentemente convenute è stata approvata.
Non solo, durante le visite dell’ex presidente spagnolo Zapatero a Caracas in queste ultime settimane, secondo cifre del Foro Penal (importante istituzione riconosciuta anche dalla Corte dell’Aia) i prigionieri politici sono aumentati. La realizzazione del RR è stata sospesa. I canali umanitari sono bloccati, nonostante i quintali di medicine raccolti all’estero (anche in Italia) stiano marcendo in contenitori pronti per la spedizione.
Oltre a tutto ciò, gli interlocutori di questo dialogo non rappresentano da parte dell’opposizione la maggior parte dei partiti politici, i cui leader, come Leopoldo Lopez, Henrique Capriles, Henry Ramos Allup, Maria Corina Machado, Antonio Ledezma, hanno dichiarato nelle ultime ore la loro estraneità, non essendo stati convocati.
Per di più, gli organismi più importanti dell’America intera, che erano stati convocati proprio da Maduro in un primo momento, essendo critici rispetto al Governo di fronte a tanti abusi, sono stati esclusi.
L’Organizzazione degli Stati Americani sta procedendo all’attivazione della Carta Democratica che il Venezuela ha approvato e ribadito. E’ un insieme di meccanismi che prevede di riportare l’ordine costituzionale e a questo organismo aderiscono tutti i Paesi americani, fra cui anche Cuba. Come si spiega che non sia chiamata in causa? Le parole di queste ultime ore del suo Presidente Luis Almagro sono infatti: “Prima il RR e poi il dialogo”.
Anche il Mercosur era stato considerato come un organismo importante in merito, proprio dai Paesi sudamericani; e dato che in questi ultimi tempi il Venezuela è in frontale scontro con i Paesi che lo compongono, viene messo da parte proprio adesso che si sta affrontando il nostro problema. A questo aggiungiamo che la popolazione venezuelana non crede più ai finti buoni propositi di un governo che, ogni volta che si trova in difficoltà dal punto di vista costituzionale, proclama una volontà di dialogo che non ha mai avuto intenzione di seguire con sincerità e buona disposizione, cosa questa che lo stesso Papa Francesco ha sottolineato.
Siamo d’accordo su un negoziato che possa veramente aiutare il Venezuela a superare questi difficilissimi momenti. Secondo ultime notizie dalla Unidad inoltre, un eventuale dialogo dovrebbe essere pubblico. Leader dell’opposizione venezuelana rimangono fermi nel portare avanti la lotta pacifica, costituzionale, civica ed elettorale con la realizzazione del Referendum Revocatorio, accompagnati da settori importanti del Paese, quali i lavoratori e gli imprenditori, gli studenti ed il corpo docente, le donne e gli indigeni, cosi come rappresentanti della società civile. La Unidad non si divide, nonostante i tentativi dei funzionari di governo che cercano soltanto di allungare i tempi della permanenza di Maduro al potere.
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