Nicolas Maduro, presidente venezuelano, ha ordinato ieri una ”azione militare congiunta” da parte delle Forze Armate Nazionali Bolivariane (Fanb) nel Venezuela orientale, per via di quella che ha descritto come una ”minaccia” da parte della Gran Bretagna.
Lo stazionamento di una nave militare britannica nelle acque della vicina Guyana rappresenta una rottura del recente accordo raggiunto dal Venezuela con il governo della Guyana durante il dialogo del 14 dicembre, ha affermato Maduro durante un discorso di auguri di Capodanno al personale militare.
Dopo che le misure diplomatiche si sono rivelate sufficienti, il Venezuela ha risposto in modo “proporzionato” e si riserva tutte le azioni corrispondenti nel quadro del diritto internazionale, ha affermato, aggiungendo che l’atteggiamento britannico è “inaccettabile”.
Una delle misure di risposta attuate dal presidente è stata l’attivazione immediata dell’azione militare congiunta delle Fanb ‘Generale Domingo Antonio Sifontes 2023’ nell’oriente caraibico venezuelano e sul fronte atlantico del Paese.
TUTTI I DETTAGLI
Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha ordinato l’attivazione “immediata” di un’esercitazione militare nella zona orientale del Paese, in risposta alla “minaccia” rappresentata dall’invio di una nave da guerra britannica nella Guyana.
“Una minaccia inaccettabile per il Venezuela e per qualsiasi Paese della regione”, ha detto Maduro nel discorso di fine anno, rimandando alla decisione di Londra di dislocare la Hms Trent proprio nelle acque prospicienti il Territorio Essequibo, oggetto di una contesa internazionale.
“Abbiamo mosso un primo passo. Le nostre forze armate, unite, si sono attivate. Noi non ci mettiamo contro nessuno ma nessuno deve venire a maramaldeggiare in Venezuela”, ha aggiunto il capo dello Stato annunciando l’esercitazione “General Domingo Antonio Sifontes”.
In precedenza, il ministero degli Esteri venezuelano aveva definito l’invio della nave un “gesto ostile” e una “violazione alla recente dichiarazione di Argyle”, il documento che i governi di Venezuela e Guayana hanno firmato per orientare una soluzione pacifica della crisi.
Ricordando che le parti si sono impegnate a non muovere nessuna iniziativa bellica, Caracas ha avvertito che operazioni di questo tipo rappresentano “un grave pericolo per la regione”, invitando la Comunita’ dei Paesi dell’America latina e dei Caraibi (Celac) e la Comunita’ degli stati caraibici (Caricom) a vigilare sulla sicurezza della zona.
La Hms Trent si trova gia’ nei Caraibi ed e’ attualmente impegnata in attivita’ di pattugliamento contro i traffici di droga. Dispone di un equipaggio di 65 membri, ha una velocita’ massima di crociera di 24 nodi ed e’ armata con cannoncini calibro 30 millimetri. Puo’ dispiegare anche droni ed elicotteri Merlin.
L’invio della nave segue la visita a Georgetown del sottosegretario agli Esteri per le Americhe David Rutley, lo scorso 18 dicembre, il primo rappresentante di un governo del G7 a recarsi in Guyana dopo il referendum sull’annessione del Territorio Essequibo organizzato dal Venezuela lo scorso 3 dicembre.
Rutley ha confermato “l’inequivocabile appoggio” di Londra alla Guyana e ha accolto con favore la promessa di Caracas di non ricorrere alla forza per annettere il territorio conteso.
“La disputa – ha aggiunto – e’ risolta da 120 anni. I confini sovrani vanno rispettati ovunque”. Sempre la scorsa settimana il segretario agli Esteri, David Cameron, ha chiarito che il Regno Unito “continuera’ a lavorare con i partner nella regione per assicurare l’integrita’ territoriale della Guyana e per evitare un’escalation”.