Juan Guaidò, presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana e leader dell’opposizione a Maduro, intervistato dal Tg2, quando la giornalista gli chiede se sarà possibile un intervento militare americano o di altri paesi in Venezuela, risponde: “Speriamo di non dove arrivare mai ad una soluzione tanto drastica”.
Guaidò, autoproclamatosi presidente ad interim del Venezuela, spiega che il suo giuramento è arrivato dopo “un lungo processo politico” e che ” la nostra opzione è quella di un minor costo sociale per rispondere all’emergenza”.
Con il presidente americano Donald Trump, che lo ha riconosciuto come presidente ad interim, Guaidò dice di aver parlato “dell’aiuto umanitario, dell’appoggio che ci ha dato, tutte le opzioni sono sul tavolo”.
Quanto al possibile dialogo con il regime di Nicolas Maduro, Guaidò ha ricordato come finì il tentativo portato avanti nel 2017: il negoziatore dell’opposizione Julio Borges “fu espulso dal Venezuela” e il suo stretto collaboratore Fernando Alban fu poi “sequestrato e assassinato dalla polizia politica” al ritorno di un incontro all’Onu con Borges. “E’ sicuro – ha detto – che Maduro non vuole il dialogo, vuole solo guadagnare tempo”.
Guaidò ha confermato di avere discusso della situazione in Venezuela “con il ministro degli Esteri” italiano “e con il viceministro”. “Sono molto preoccupati” e “noi li ringraziamo per la loro preoccupazione”, ha aggiunto, ricordando anche che “la risoluzione votata dall’europarlamento è stata molto importante per il Venezuela e la causa democratica nel Paese”.
“Sono sicuro”, ha insistito, “che nei prossimi giorni anche gli esecutivi di ogni paese daranno il loro appoggio non a Juan Guaidò ma alla democrazia e alla costituzione del Paese”.
Eppure, sulla risoluzione votata dall’Ue, numerosi europarlamentari italiani si sono astenuti: “Probabilmente mancano le informazioni, manca un’informazione corretta. In Venezuela i giorni si contano in vite umane, nelle vite spezzate da Maduro, o in quelle messe in carcere”.
LETTERA AI PRESIDENTI DI URUGUAY E MESSICO
“Saremo interessati ad una trattativa solo quando si stabiliranno in maniera definitiva i termini che pongano fine all’usurpazione, che consentano il passaggio effettivo del potere ai rappresentanti del popolo venezuelano”. E’ un passaggio della lettera che Juan Guaidò, autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, ha indirizzato ai presidenti di Uruguay e Messico, Tabare Ramon Vazquez Rosas e Andres Manuel Lopez Obrador.
Guaidò prenderebbe in considerazione l’ipotesi del dialogo solo “per iniziare un processo di transizione che si concluda con libere elezioni, a cui possano partecipare tutte le forze democratiche in modo equo e trasparente”.
“Vogliamo esprimere con certezza e fermezza che né le forze democratiche, né le istituzioni legittime e ancor meno il popolo venezuelano prenderanno parte a colloqui e trattative che abbiano, come obiettivo, mantenere al potere attraverso l’inganno chi viola i diritti umani”, ribadisce.