Il Venezuela è sull’orlo di un burrone. Il paese sudamericano vive una gravissima crisi sociale, politica ed economica. Il mondo sembra voglia restare a guardare. E allora in campo scende il Vaticano. Papa Francesco vuole provare a disinnescare la crisi politica in Venezuela. Due le mosse, impreviste: mentre a Roma si è svolto un incontro non annunciato fra Papa Francesco e Nicolas Maduro, dall’altra sponda dell’oceano il Nunzio a Buenos Aires, monsignor Emir Paul Tscherrig, inviato dalla Santa Sede a Caracas, annunciava l’apertura di un dialogo politico. L’appuntamento è stato fissato per il 30 ottobre.
Probabilmente frutto dell’udienza privata accordata oggi da Papa Francesco al presidente venezuelano Nicolas Maduro, l’annuncio che a partire dal 30 ottobre sull’isola Margarita nel nord del Paese, l’opposizione, che accusa l’erede di Hugo Chavez di golpismo per aver impedito un referendum di fatto sulla sua figura, avvierà colloqui formali con esponenti del governo per superare la crisi in cui versa il Paese. A renderlo noto proprio il nunzio apostolico in Argentina Emil Paul Tscherrig.
L’intervento al piu’ alto livello della Chiesa Cattolica arriva nel momento piu’ drammatico dello scontro fra il chavismo e i suoi avversari. Il Parlamento, in mano all’opposizione, ha infatti accusato Maduro di aver rotto l’ordine costituzionale e promosso un “golpe permanente” per impedire ai cittadini di poter esercitare il loro diritto al voto. Laddove la missione di mediazione dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasud) – lanciata nell’aprile scorso e capeggiata dall’ex premier spagnolo Jose’ Luis Rodriguez Zapatero – non aveva ottenuto finora nessun risultato, in poche settimane la diplomazia discreta di Oltretevere e’ riuscita almeno a fare sedere i due avversari allo stesso tavolo.
Nel breve comunicato diffuso dalla Santa Sede dopo l’incontro fra Papa Francesco e Maduro, si sottolinea intanto l’importanza di promuovere “la via del dialogo sincero e costruttivo, per alleviare le sofferenze della gente, dei poveri in primo luogo“, che soffrono gli effetti di una “crisi politica, sociale ed economica che si ripercuote pesantemente sulla vita quotidiana dell’intera popolazione”. Non sarà un lavoro facile. Ma provarci è un obbligo.
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