Il messaggio che l’Europa ha mandato al dittatore Maduro è molto chiaro: elezioni libere subito oppure riconosciamo Juan Guaidò, leader dell’opposizione, presidente del Venezuela.
La Ue, trainata da Germania, Francia, Spagna, dopo i primi tentennamenti si e’ schierata con Guaido’, al fianco degli Stati Uniti, chiedendo elezioni in tempi brevi in Venezuela.
Il ministro degli Esteri Moavero Milanesi a tarda serata ha assicurato che Roma si riconosce nella posizione comune europea, ma in Italia Lega e 5Stelle sono su questa tema lontanissimi.
Maduro, nel frattempo, non ha mostrato di cedere nemmeno un minuto: “Non riposeremo fino a quando non avremo sconfitto il colpo di Stato con cui si pretende di interferire nella vita politica del Venezuela, mettere da parte la nostra sovranita’ e instaurare un governo fantoccio dell’Impero statunitense”, ha avvertito.
Maduro conta sul sostegno della Cina e soprattutto della Russia, che in una tesissima riunione del Consiglio di Sicurezza ha accusato gli americani di “tentare un golpe”.
Intanto il Venezuela è al collasso. Si contano già centinaia di feriti e decine di morti, dopo le manifestazioni degli ultimi giorni. E non è ancora finita. Secondo la Reuters, un contingente con centinaia di contractor privati sarebbe gia’ stato inviato in Venezuela. Per proteggere Maduro, sulla carta. Ma la verità è che sono ulteriori armi nelle mani del regime, che anche a costo di nuove sanguinose repressioni non vuole rinunciare al potere.