CARACAS – È ancora polemica per la “campagna di verifica dell’esistenza in vita dei pensionati” promossa dall’Inps e dall’Istituto Centrale di Credito delle Banche Popolari Italiane (ICBPI), la banca che gestisce i servizi di pagamento delle pensioni all’estero. Tanti anziani in regola con il certificato di esistenza in vita sono ingiustamente finiti nella lista ‘nera’ di coloro che, a maggio, dovranno dimenticarsi di Italcambio e recarsi personalmente, per ritirare la propria pensione, presso gli sportelli Western Union. Inoltre, le lettere che dovevano avvisare gli sfortunati connazionali di essere stati dirottati agli uffici Western Union non sono mai arrivate a destinazione.
Forti critiche da Italcambio e dal prof. Salvatore Lucio Consilio, consulente esperto nell’aspetto sociale del ‘mondo dei pensionati’ e responsabile dell’ufficio “Pensione Vip” a Las Mercedes, Caracas. – Come pensionato e rappresentante dei pensionati italo-venezuelani devo rivolgere una critica assoluta all’Inps e all’Istituto Centrale – dichiara a gran voce Consilio – e mi riservo di intraprendere un’azione legale contro l’Inps per i disagi che ha creato ai nostri anziani. Cittadini italiani, spesso malati, che devono essere rispettati. Una revisione di questo tipo – prosegue – doveva essere fatta in modo intelligente invece abbiamo capito di essere in mano a dei grandi ignoranti che non conoscono la geografia, i sistemi politici, le caratteristiche dei Paesi. Hanno dimostrato di non sapere neppure che cosa sia il Venezuela.
Numeri…
Come riferisce alla ‘Voce’ Gabriele Titone, Direttore Generale della società Italcambio, dopo un colloquio telefonico con la direzione dell’Inps, “la decisione è stata presa dall’Istituto Centrale e l’Istituto di previdenza dice di non aver visto in questa nulla di particolarmente grave” che lo inducesse a revocarla o metterla in discussione.
Una dichiarazione opinabile, quella dell’Inps. La campagna, infatti, presenta numerosi punti critici che la rendono un “provvedimento irresponsabile”, come la definisce Consilio. In primis: la notizia dell’esistenza di questa campagna è arrivata all’improvviso, fulmine a ciel sereno. Italcambio, che da ben 16 anni elargisce pensioni agli italo-venezuelani, ne è venuta a conoscenza solo i primi giorni di maggio. Come spiega alla ‘Voce’ il Direttore Generale Titone, non ha a tutt’oggi ricevuto una lista nominativa dei cittadini che effettivamente dovranno ritirare la propria pensione agli sportelli Western Union e quindi, quando un connazionale si presenta ai suoi uffici, non è in grado di dire se il suo assegno è stato recapitato al nuovo Istituto o se invece la sua pensione è stata sospesa.
La Banca Centrale ha semplicemente informato Italcambio che 3500 anonimi pensionati in Venezuela (su un totale di poco più di 5 mila) sarebbero stati desviati a Western Union. Ma Italcambio, per il mese di maggio, ha ricevuto solo 1397 assegni pensionistici. Sommando però il numero di questi assegni alla cifra indicata dall’ICBPI, non arriviamo al numero totale di cittadini che ricevono in Venezuela la propria pensione ed a questi, quindi, questa dovrebbe essere stata sospesa. – Ho fatto personalmente un piccolo calcolo. Dalla lista delle pensioni di aprile ho tolto i 1397 cittadini dei quali ho ricevuto gli assegni ed ho dedotto che gli altri saranno dirottati alla Western Union. Ma può anche darsi che gli abbiano già sospeso la pensione – conferma Titone. Creeremo disagi ad anziani che magari quel giorno dovevano comprare una medicina, pagare l’affitto, ed invece si ritroveranno a vagare per la città. Infatti, quando gli dirò che non possono incassare la pensione con Italcambio, per loro inizierà una vera via crucis.
… e lettere
A complicare la situazione la ‘faccenda delle lettere’ informative che avrebbero dovuto essere spedite ai pensionati che l’Inps intendeva monitorare, ossia a coloro che dal 2 settembre 2010 non avevano certificato la propria esistenza in vita. Le lettere, infatti, non sono mai arrivate. Dei 600 anziani assessorati da Consilio, ad esempio, nessuno ha ricevuto fino ad oggi l’informativa ma solo poco più di un centinaio possono ritirare la propria rata di maggio presso Italcambio. Eppure, ci garantisce il consulente, più di 500 dei suoi pensionati sono in regola con il certificato di esistenza in vita. – Io stesso – testimonia Consilio – sono vittima di questa disorganizzazione. Ho richiesto il mio certificato di esistenza in vita lo scorso 3 marzo e l’ho subito mandato al Patronato che lo ha inviato l’8 marzo. Eppure sono nella ‘lista nera’ e dovrò recarmi presso la Western Union. Come me tantissimi altri. I Patronati hanno tutte le ricevute d’invio.
Per le persone anziane, un repentino cambio di abitudini non è cosa da poco. Cercare l’ubicazione di un ufficio Wester Union al posto di recarsi, come ogni mese, presso la sede Italcambio, dove molti operatori parlano in italiano e ci si sente più ‘a casa’, è un’operazione difficoltosa. Ma sembra che ICBPI e Inps non abbiano preso in considerazione, come evidenzia Consilio, i risvolti ‘sociali’ del provvedimento. Basta gettare un occhio sulla famosa ‘lettera informativa’: per spiegare ai pensionati dove rivolgersi per ritirare la rata, i due istituti hanno annesso un link cui collegarsi via internet: una scorciatoia utile per le nuove generazioni cresciute nell’era Google, ma strumento inintelligibile per molte persone anziane. Nonché espediente che tradisce totale mancanza di sensibilità rispetto alle problematiche della Terza Età.
Euro e bolivares
Per i pensionati che, dopo mille peripezie, riuscissero a ritirare la propria rata di maggio presso gli sportelli Western Union, si presenterebbe una seconda difficoltà. L’agenzia, infatti, elargisce soltanto ‘bolivares’ in contanti, non consentendo ai nostri concittadini di avere l’assegno in euro che gli spetta di diritto. Presso Italcambio è possibile avere la pensione in euro, in moneta locale o ritirare fisicamente l’assegno per spedirlo per posta ai familiari o depositarlo su un conto all’estero, dove attingere in ogni momento (opzione appetibile per chi viaggia, anche in Italia). – Io mi rifiuto di ricevere BsF perchè è mio diritto avere gli euro – sostiene Consilio -. Mando la pensione a mio figlio negli States e voglio continuare a farlo. È un mio diritto come cittadino italiano – ribadisce -. Se questo non è possibile, propongo che d’ora in avanti anche gli stipendi dell’Ambasciatore o del Console d’Italia siano tradotti in BsF al cambio ufficiale. Perchè ai poveri pensionati sì ed ai diplomatici no? Consilio puntualizza che il governo tedesco, a differenza di quello italiano, elargisce ai propri pensionati all’estero un assegno trasferibile, mentre i nostri anziani sono costretti, se vogliono mandare l’assegno all’estero, a spedirlo fisicamente a mezzo posta.
Da ricordare che se mediamente un pensionato riceve 600 euro mensili, una fetta non trascurabile di anziani deve accontentarsi di 200, 250 euro. Tra gli anziani di Consilio c’è anche chi riceve 160 euro. Senza dimenticare che per chi ha la doppia pensione la quota di euro è diminuita dopo la modifica del tasso di cambio (da 2,60 a 4,30) che ha aumentato virtualmente la pensione venezuelana riducendo, per compensazione, quella italiana.
Per il futuro
Come ci conferma il Direttore Generale Gabriele Titone, i nostri anziani si recano personalmente a ritirare la propria pensione. Non mancano però i casi in cui questi, per motivi di salute, deleghino parenti o amici a compiere l’operazione. Per loro, purtroppo, si annunciano periodi bui: Wester Union, sotto i dettami dell’Inps, è tenuta a consegnare l’importo della pensione esclusivamente ai pensionati che si presentino in prima persona presso i propri uffici. – Un amico di Barquisimeto è handicappato e la nuova agenzia non ha accettato la delega della moglie – testimonia Consilio -. Non sono ancora riusciti a ritirare la pensione e, se non riusciranno a farlo, questa verrà bloccata automaticamente. È un cittadino italiano. Dov’è la difesa dell’italianità tanto decantata dai politici?
Il sistema, insomma, non funziona. Consilio e Titone sono concordi nell’affermare che Inps e ICBPI avrebbero dovuto studiare un progetto più adeguato, magari interpellando esperti in campo sociale, che conoscessero le problematiche dei pensonati, e consulenti in loco sapienti delle caratteristiche del Paese. Per una persona avanti con l’età, cercare a Caracas un ufficio sconosciuto, ritirare una pensione in contanti e portarla nel portafoglio sino alla prima banca, non è operazione facile e consigliabile. Soprattutto quando l’intero disagio non è dovuto, quando l’anziano ha compiuto con tutti i suoi doveri: ha prodotto un certificato di esistenza in vita nei tempi e modi previsti, lo ha consegnato e fatto inviare a chi di dovere.
Autonomamente, Consilio e Titone si propongono come responsabili per ricevere e far recapitare, ogni anno, i suddetti certificati. – Chi è responsabile oggi? Il Patronato? Il Consolato? Italcambio? Nessuno. Chi sta pagando? Solo i pensionati – sottolinea Titone – . Consiglio quindi di sedersi tutti a un tavolo e tentare di rispondere alle esigenze degli Istituti di credito e previdenza senza però penalizzare chi ha fatto il suo lavoro: i pensionati. Nel 2009 erano stati bloccati mille assegni, quest’anno è ancora caos. Dobbiamo trovare il modo perchè non si ricreino tali situazioni. Sarà una delle clausole del contratto che firmeremo tra poco con City Bank, l’Istitito che ha vinto l’appalto e sostituirà l’ICBPI. (La Voce d´Italia)
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