Il Venezuela sta vivendo i momenti più terribili della sua storia, ma in Italia e nel mondo ancora se ne parla molto poco. Eppure il paese sudamericano è davanti a un precipizio. E mentre si denuncia il tentativo di questo governo dittatoriale di intensificare le sue aggressioni nei confronti della popolazione che ha deciso di indire un referendum per risolvere la grave crisi, Maduro insiste nel portare avanti la sua folle visione sociale e politica. Che vuol dire, in realtà, mangiarsi il Paese e mortificare i suoi abitanti.
Pur mantenendo una facciata democratica, tanto per confondere le idee all’estero, Maduro elimina di fatto il Parlamento e lo sostituisce con il Tribunal Supremo de Justicia, che appunto detta legge. Niente rendiconti e approvazioni alla Camera dei deputati, le decisioni sono prese da alcuni magistrati iscritti al partito di governo. E intanto la popolazione soffre e muore. Anche gli italiani ed i loro figli, una volta una prospera comunità, vivono sulla propria pelle le ingiustizie, le carestie, le morti dei loro cari.
Dunque l’Italia è chiamata in causa. A parte gli oriundi e gli emigrati di vecchia data, ci sono italiani giunti in Venezuela anche negli anni 70 e 80. L’Italia ha attraversato le proprie crisi e gli italiani sono dovuti partire, il mondo ne è stato spettatore e lo è ancora. Gli italiani in Venezuela, così come moltissimi altri italiani all’estero, hanno molto aiutato la loro Patria di origine. Tanto è vero che è stato permesso loro di votare e di partecipare alla vita politica italiana. Abbiamo deputati eletti nelle circoscrizioni estere che ci rappresentano a Montecitorio. Allora, non può l’Italia ignorare i propri connazionali che vivono sparsi per il mondo, o almeno non può ricordarsi di loro solo durante i periodi elettorali.
Presto una delegazione di parlamentari italiani andrà in Venezuela ed incontrerà sia le autorità del governo sia quelle dell’opposizione. E cosa chiederà loro? Di dialogare. E poi? Di giungere alla realizzazione di un referendum che la dittatura ha detto non voler concedere.
Ma aiuti concreti agli italiani malati, anziani, bambini in gravi difficoltà: che cosa può offrire? Il coinvolgimento dell’Italia sia per quanto riguarda i problemi giornalieri dei nostri connazionali, sia per ciò che riguarda una posizione decisa e forte per aiutare a superare la grave crisi del Venezuela, è indispensabile; il referendum è una necessità imperiosa e Maduro non deve troncare questa via d’uscita. Nelle ultime elezioni legislative l’opposizione ha vinto con una maggioranza assoluta (due terzi) il Parlamento al quale non è permesso di legiferare e che vuole annullare con un decreto legge, pur di non indire elezioni regionali che devono essere fatte entro la fine di questo anno. Maduro ha perso e perderà qualunque votazione.
“METTIAMO SOLDI IN TASCA AI NOSTRI CONNAZIONALI IN VENEZUELA”
Il viceministro degli Esteri Mario Giro dovrebbe andare a vedere la città di Caracas, dove vivono italiani che purtroppo sono caduti in gravi problemi economici negli ultimi anni; non parliamo di coloro che emigrarono decenni fa e purtroppo non hanno avuto fortuna, parliamo di coloro che per motivi di salute e dovuto alle politiche chaviste si sono visti espropriare fabbriche, terreni, piccole imprese, abitazioni, di coloro che sono stati derubati, sequestrati, che per motivi politici sono in carcere, senza processo e ai quali violano i diritti, e ti tutti quelli che hanno perso qualche parente durante la repressione e le violenze che utilizza il governo dittatoriale per fermare le proteste.
Mario Giro guardi la realtà di questa tragedia, visibile ovunque, non c’è bisogno di andare in un posto specifico per toccarla di propria mano. Il viceministro si renderà conto che il terrore di ammalarsi è generale; si porti aspirine, anti-influenzali, farmaci anti-dissenteria, perché i batteri e i virus sono contagiosi e possono devastare il fisico di chi non è abituato a vivere in certi ambienti. Ma, soprattutto, che venga con gli occhi e il cuore ben aperti per guardare i volti dei venezuelani disperati.
Aspettiamo rappresentanti quali Fabio Porta ed Eugenio Marino che sappiamo molto interessati e preoccupati (come hanno più volte dimostrato agli italo-venezuelani e venezuelani in Italia e che hanno partecipato alle nostre conferenze ed alle nostre denunce con grande disponibilità e sostegno) per trasmettere loro l’urgente necessità di cambiamento che il Venezuela desidera e merita.
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