Si avvicina il processo per Paolo Gabriele, l’ex maggiordomo del Papa accusato di furto aggravato di documenti riservati di Benedetto XVI. Che un dibattimento venga effettivamente celebrato o no (una grazia del Papa potrebbe intervenire in qualunque momento), il rinvio a giudizio per Gabriele, infatti, e’ cosa data ormai per scontata anche dai suoi legali. La sentenza con cui il giudice istruttore vaticano Piero Bonnet, concludendo formalmente l’istruttoria, si pronuncera’ per il proscioglimento o il rinvio a giudizio e’ attesa tra giovedi’ e sabato, dopo che il promotore di giustizia Nicola Picardi, avra’ compiuto la sua requisitoria. Ma l’avvocato Carlo Fusco, che insieme a Cristiana Arru difende l’uomo che fino a poco tempo fa serviva il Papa praticamente 24 ore al giorno, non ha esitazioni nel fare previsioni sulla sorte del suo assistito. ‘Immagino che andremo al rinvio a giudizio’, afferma, ricordando l’ampia collaborazione fornita da Gabriele agli inquirenti nel corso degli interrogatori che sommata al ritrovamento nel suo appartamento in Vaticano di ‘documenti riservati’ non lasciano evidentemente molto scampo all’ex maggiordomo ora ai domiciliari. Una ricostruzione apparsa oggi sul "Messaggero", secondo cui Gabriele aveva un secondo archivio con importanti documenti riservati sottratti al Papa emerso nel corso di una perquisizione a Castelgandolfo, e’ stata giudicata da autorevoli fonti vaticane ‘molto verosimile’. Il legale di Gabriele, Fusco, non ha voluto confermare ne’ smentire l’indiscrezione ‘poiche’, fino alla pubblicazione della sentenza del giudice, si tratta di elementi coperti ancora dal segreto istruttorio’. Ha pero’ precisato che ‘non ci sono elementi nuovi’.
Fusco non si e’ pronunciato nemmeno su altre indiscrezioni emerse sulla stampa secondo cui Gabriele avrebbe confessato agli inquirenti vaticani di essere proprio lui l’uomo che nel febbraio scorso apparendo camuffato e in incognito in una intervista a Gianluigi Nuzzi nel corso del programma ‘Gli intoccabili’ ammetteva di essere il corvo, come ha scritto ieri il Corriere della Sera. E, sempre secondo le indiscrezioni, di aver contattato lui stesso Nuzzi per passargli le carte riservate finite nella pubblicazione del libro ‘Sua Santita’ che ha infine scatenato la ferma reazione del Vaticano per mettere fine alla stagione dei corvi e dei veleni. Fusco esprime scetticismo: ‘Non posso dire niente su questo ma davvero non capisco da dove si tirino fuori certe cose’. Il legale aveva detto in precedenza che dietro Gabriele non hanno agito nè ‘complici, ne’ mandanti, ne’ reti, ne’ complotti’.
Insomma, il maggiordomo avrebbe fatto tutto da solo, attribuendosi ogni responsabilità. Ma molte restano le incognite sul perche’ abbia agito (‘motivi interiori’, dice Fusco) e soprattutto su come abbia potuto da solo mettere in circolo il materiale sottratto illecitamente. Nonostante i dubbi, anche oggi Fusco respinge con forza l’ipotesi che qualcuno abbia voluto fare di Gabriele un capro espiatorio: ‘Assolutamente no’, sottolinea.
Intanto, molto si attende dalla pubblicazione della sentenza del giudice Bonnet. Secondo quanto si apprende infatti, il Vaticano ha intenzione di pubblicare integralmente, o almeno in buona parte, la sentenza di Bonnet. Un documento voluminoso, contenente tutte le evidenze emerse nel corso dell’inchiesta. Che possano emergere persino altri nomi riconducibili all’inchiesta che possano far luce sulla "catena di eventi" che hanno portato le carte del Papa dalla sua scrivania fin sulle prime pagine di libri e giornali? Pare infatti che in Vaticano siano gia’ giunte dalla Svizzera le lamentele di chi ricorda addirittura il caso "Estermann", quando la sentenza sull’omicidio-suicidio avvenuto in Vaticano nel ’98 fu pubblicata con molti omissis e diversi passaggi lacunosi.
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