Francesca Immacolata Chaouqui, la papessa, è intervenuta oggi ai microfoni di Radio Cusano Campus e su quello che sta accadendo in Vaticano ha detto: “Sta andando in scena l’ultimo atto di una guerra che era in corso ormai da due anni. Libero Milone, il revisore generale che si è dimesso due giorni fa, era stato fortemente voluto dal Consiglio dell’Economia e dal Cardinale George Pell. Libero Milone aveva preso manu militari il controllo della prefettura degli affari economici per traghettarla nell’ufficio del revisore generale. E’ LIbero Milone che dà inizio alle indagini che poi portano a vatileaks perché denuncia una presunta manomissione del suo computer, indagine che poi va nel senso sbagliato, perché si conclude col fatto che non c’era stata nessuna manomissione nel computer. Però è l’occasione di togliersi, così come il Cardinale Pell gli aveva ordinato di fare nel momento in cui era stato nominato, il Monsignor Balda da mezzo. Si scopre il fatto che questo Monsignore aveva dato le carte ai giornalisti. Libero Milone è stato la pedina che doveva essere utilizzata per mandar via Monsignor Balda, in una prima fase ci è riuscito, poi è restato vittima dello stesso gioco che si era prestato a fare”.
Ancora Francesca Chaouqui su ciò che accade nello Stato Pontificio: “Ormai è una guerra tutti contro tutti. Vatileaks è un termine che viene usato spesso con una connotazione negativa, in realtà tutte e due le volte in cui c’è stata una fuga di documenti riservati è accaduto perché la strada per eliminare le ingiustizie che si verificano in Vaticano non era più quella canonica ma serviva l’ingresso dal di fuori di un elemento nuovo in grado di smuovere la situazione. Finché il Cardinal Pell rimarrà lì, non c’è nessuna possibilità di nessuna retta via, il dato vero è che in queste ore si è consumata l’ultima battaglia, in cui ognuno ha combattuto con la fazione con la quale era alleato fino a qualche tempo fa”.
“Sono contenta che Libero Milone abbia lasciato campo libero e sono molto contenta del fatto che formalmente le sue dimissioni siano state presentate, perché lo scontro formale è avvenuto sul fatto che Libero Milone chiedeva l’ingresso dei dati della segreteria di Stato all’interno del bilancio consolidato, i dati della segreteria di Stato ed i dati economici sono rimasti fuori, come era stato deciso dal Santo Padre, quindi ancora una volta il vero potere, la vera ricchezza, non è nella gestione del Cardinal Pell e questo è un dato molto positivo per le finanze del Papa”.
Su Papa Francesco: “La figura di Francesco in questa fase è marginale. Quello che sta accadendo in questo momento è un rinvigorirsi della figura di Benedetto XVI che incontra, vede persone, tiene le fila di quei cardinali che non trovano risposta a Papa Francesco. Benedetto XVI è il Papa di fatto, potremmo dire così. Ci sono due Governi in questo momento nella Chiesa. Il Governo di Francesco è il Governo della tv, della comunicazione, del popolo, mentre c’è il Governo della Chiesa che è stato affidato a una serie di Cardinali che stanno già decidendo il post Francesco. L’era di Francesco in Vaticano è terminata. E’ terminata con tante cose positive, soprattutto quella di essere riuscito a riportare la Chiesa al centro del dibattito internazionale con la sua grande capacità di comunicazione, ma nel Governo interno della Chiesa siamo già al post Francesco, e già molti Cardinali stanno ragionando su quello che sarà il post Francesco. Sono dati di fatto, avendo io fatto parte di quello che era il momento di costruzione di un percorso ora ho abbastanza chiaro quello che accadrà. Papa Francesco, comunque, non si dimetterà mai. Questo pontificato finirà per cause naturali, mi auguro per il Santo Padre il più tardi possibile”.
Sul caso Orlandi: “Il Santo Padre deve dare delle risposte concrete a questa trasparenza che invoca. Esiste in Vaticano un dossier su Emanuela Orlandi. Quella famiglia, quella madre, ha diritto di sapere dov’è sua figlia. Ha diritto di sapere se è viva. Ha diritto di sapere il contenuto di quel dossier, contenuto che chi conosce non può rivelare, perché vincolato dal segreto di Stato. Mi auguro che sia la volta buona per non dire più di lasciare le cose come stanno, ma di prendere quel dossier e di consegnarlo alla famiglia”.
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