Non c’e’ nessuna guerra tra la Segreteria di Stato e la Cei. Per la prima volta il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, chiarisce la natura dei rapporti tra la Segreteria di Stato e i vertici della Conferenza episcopale italiana – ‘amichevoli’, sottolinea -, sgombrando il campo da ogni presunta conflittualita’. E lo fa, significativamente, in un incontro in cui si discute proprio dei giornali, contenitori di ricostruzioni e retroscena ‘spesso non corrispondenti al vero’ e che non risparmiano nemmeno ‘la Chiesa’ e, aggiunge con un sorriso, ‘persino me stesso’.
‘Dicono che io usi l’alabarda contro il presidente della Cei’, afferma Bertone incontrando una delegazione di giovani studenti che partecipano al progetto dell’Osservatorio permanente dei giovani editori sulla lettura dei quotidiani in classe. ‘Non uso ne’ l’alabarda ne’ altri strumenti’, precisa il porporato, ‘mi attribuiscono atteggiamenti che non mi sono mai sognato, con il presidente della Cei’. Il clima, ci tiene a farlo sapere, e’ ben diverso da come viene spesso dipinto, l’ultima volta pochi giorni fa su un quotidiano nazionale. ‘I nostri rapporti – afferma invece il porporato – sono amichevoli. Siamo stati entrambi arcivescovi a Genova. Anche domani ci incontreremo amichevolmente in Terza loggia e probabilmente parleremo delle elezioni genovesi’.
Ricostruzioni su una presunta conflittualita’ tra Bertone e Bagnasco sono state piu’ volte avanzate da vari giornali negli ultimi anni e si erano fatte insistenti allo scoppio del cosiddetto caso Boffo, l’ex direttore di Avvenire rimosso dopo la pubblicazione sul Giornale di una sentenza di condanna per molestie a suo carico. Sulle parole pronunciate oggi da Bertone ha pesato pero’ forse anche il caso Vatileaks, la fuga di documenti vaticani riservati. ‘Spesso – ha detto il segretario di Stato – sui giornali vediamo titoli scandalistici a cui non corrispondono i contenuti degli articoli’. E ancora: ‘La qualita’ di molti quotidiani e’ scaduta perche’ inseguono il meccanismo del gossip piu’ che quello delle vere notizie’. In questo contesto, ha quindi concluso ‘e’ giusta la domanda di obiettivita” che si rivolge alla stampa.
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