Un popolo di navigatori, di santi e di poeti: questo siamo noi italiani. Del resto, la nostra poesia è nota in tutto il mondo. Penso, per esempio, ai poeti latini e a quelli di epoche successive, come i poeti della Scuola Poetica Siciliana dell’imperatore Federico II, Jacopone da Todi, Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Teofilo Folengo, Pietro Aretino, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Salvatore Quasimodo ed altri.
La nostra poesia influenzò la cultura dei poeti di altri Paesi. Per esempio, il petrarchismo influenzò la poesia inglese del XVI secolo. Basta pensare al conte di Surrey Henry Howard (1517-19 gennaio 1547). Figlio del duca di Norfolk, Henry Howard fu un grande poeta inglese che si rifece molto a Petrarca nella metrica. Una delle sue poesie più note è il sonetto intitolato “The soote season”, ossia “La stagione della fuliggine”.
Si può pensare anche a un’altra poetessa inglese, Christina Georgina Rossetti (5 dicembre 1830-29 dicembre 1894), la quale, come dice il cognome, era di origine italiana. Infatti, suo padre era Gabriele Rossetti, esule italiano che si trasferì a Londra durante il Risorgimento.
Per conoscere l’Italia si deve conoscere anche la poesia italiana, la quale è di fondamentale importanza. Si dovrebbero fare più premi letterari e rassegne incentrati sulla poesia, in modo da fare sì che la poesia italiana sia valorizzata. Anche un’associazione culturale come quella di questo giornale può fare una cosa del genere. Un giovane discendente di italiani emigrati all’estero che vuole conoscere il Paese dei propri avi deve anche conoscere la poesia, la quale è una delle arti più importanti del nostro Paese. In più, qui in Italia ci sono tanti poeti emergenti che potrebbero farsi conoscere e dare un futuro a questa forma d’arte letteraria.