Due scialpinisti austriaci di 62 e 51 anni hanno perso la vita sotto una valanga in val Martello, in Alto Adige. Il maltempo ha bloccato gli elicotteri e i soccorritori sono cosi’ saliti a piedi al luogo della disgrazia a 2.800 metri. Il primo scialpinista e’ stato velocemente localizzato e liberato, ma e’ deceduto nonostante lunghi tentativi di rianimazione. L’altro e’ stato trovato ormai morto.
La forcella di Madriccio, che collega Solda con la val Martello, e’ considerata piuttosto sicura. Si tratta di una di quelle escursioni di scialpinismo che, fatte con il bel tempo, ti fanno trattenere il respiro per la maestosita’ dell’ambiente alpino. Il Cevedale e il Gran Zebru’ sbucano da un mare di tremila e sembrano talmente vicini che li vorresti toccare con un dito. La neve in quota attualmente e’ veramente tanta e sara’ stato proprio questo a convincere la comitiva di austriaci a salire nonostante il tempo questa mattina di certo non fosse buono. Il bollettino valanghe dava grado 2 (moderato).
La tragedia si e’ consumata poco sotto la forcella. La valanga ha travolto il gruppo di sei scialpinisti. Quattro si sono liberati senza grosse difficolta’, due dei quali con ferite medie. Due amici sono invece rimasti sotto la neve. Una guida alpina, che si trovava in zona con un cliente, e’ subito venuta in aiuto. Visto che i cellulari non avevano copertura, uno dei sopravvissuti e’ sceso verso il rifugio Nino Corsi per lanciare l’allarme. E’ subito partita la macchina dei soccorsi.
A Bolzano si e’ alzato in volo l’elicottero Pelikan 1 del 118 e in val Gardena quello dell’Aiut Alpin Dolomites. In pochi minuti sono arrivati in zona, ma a causa di una fitta nebbia non hanno potuto raggiungere il luogo dell’incidente e si sono fermati a valle. A questo punto un gruppo formato dalla Guardia di finanza e dal soccorso alpino e’ salito da Solda, prima con la funivia e poi a piedi, per attraversare la forcella di Madriccio e scendere verso il punto, dove si era fermata la valanga. Un altro gruppo e’ invece partito dalla val Martello verso il rifugio Nino Corsi, ma per le due vittime della valanga non c’era piu’ nulla da fare. In tutto hanno partecipato all’intervento un’ottantina di uomini.
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