Sembrava essere fortunatamente, come quello dello scorso ottobre, un terremoto senza vittime, quello che aveva colpito ieri nuovamente quel Centro Italia già devastato ad agosto.
Invece in serata una slavina provocata proprio dalle quattro forti scosse sismiche di ieri mattina ha travolto l’hotel Rigopiano, situato nel comune pescarese di Farindola, sul Gran Sasso, sfondandone il tetto, spostandone addirittura le fondamenta, e colpendo ovviamente gli ospiti che erano all’interno: dovrebbero essere almeno 34, di cui due tratti in salvo.
Le vittime accertate al momento sono quattro (tre cadaveri sono stati estratti, un altro individuato) per gli altri si continua a sperare, e a scavare nonostante le condizioni climatiche avverse e le grandi difficoltà di una zona completamente isolata in quanto a strade e telecomunicazioni.
Immediatamente è stata attivata la macchina dei soccorsi.
I primi vigili del fuoco sono riusciti a raggiungere l’albergo alle prime luci dell’alba di giovedì 19 a bordo di un elicottero. Via terra, una turbina apristrada ha consentito ai mezzi di soccorso di raggiungere l’hotel.
Sul posto stanno operando diverse squadre di vigili del fuoco, e secondo il soccorso alpino “le speranze ci sono: queste sono valanghe particolari perché avendo investito un edificio possono crearsi delle sacche d’aria anche corpose, per cui noi lavoriamo come se fossimo, diciamo, a lavoro dal primo minuto. Stiamo lavorando in maniera molto metodica e organizzata. Abbiamo suddiviso la zona di intervento in micro aree e tutte queste micro aree vengono analizzate, censite, sondate dalle squadre dei nostri tecnici del soccorso alpino”.
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