Dalla prossima settimana il vaccino anti Covid si può somministrare nella farmacia più vicina a casa o al lavoro, previa prenotazione sul portale regionale seguendo il criterio della suddivisione per fasce d’età. Un luogo, la farmacia, che è diventato un vero e proprio riferimento per i cittadini dall’inizio della pandemia con i servizi di consegna a casa per i fragili, successivamente presente con i tamponi rapidi e oggi con le vaccinazioni.
Per capire come si posizionerà la farmacia di prossimità nel prossimo futuro all’interno del sistema sanitario nazionale l’agenzia di stampa Dire ne ha parlato con il dottor Alfredo Procaccini, Vicepresidente Federfarma Nazionale e Vicepresidente Federfarma Roma.
- Da ieri sono partite le prenotazioni sul portale della regione Lazio quante prenotazioni per la somministrazione del vaccino in farmacia sono state effettuate fino a questo momento?
“Noi avevamo definito un range di vaccinazioni per ogni farmacia, circa fra 50 e 100 dosi. La Regione poi ha deciso di destinare alle farmacie 25 vaccini e alla fine è stato meglio così perché abbiamo modo di iniziare ad adattarci. Fino a questo momento posso dirle che abbiamo riempito le prenotazioni relative alla prossima settimana. Circa 15mila cittadini della regione Lazio si sono prenotati per le vaccinazioni che inizieranno la settimana prossima. Tutto questo è accaduto in brevissimo tempo, c’era molta attesa e ieri si è completata già lo slot delle vaccinazioni per l’intera prossima settimana”.
- La categoria dei farmacisti è stata in prima linea dagli esordi della pandemia, nel lockdown con le consegne a casa soprattutto per i pazienti fragili, poi successivamente con la possibilità di effettuare i tamponi rapidi nei gazebo e ora, dal primo giugno previo un corso di formazione, il farmacista è pronto a vaccinare i cittadini che si prenoteranno sul portale seguendo il criterio delle fasce d’età. Cosa significa tutto questo per la categoria e soprattutto all’interno del sistema salute dove si collocherà nel futuro la farmacia?
“In questo tragico anno contraddistinto dalla pandemia, le farmacie hanno dato evidenza di essere davvero presenti sul territorio in tutte le ore del giorno e della notte e durante I giorni festivi. Una porta sempre aperta e a disposizione del cittadino che insieme alle Istituzioni hanno riconosciuto il nostro lavoro e l’importanza del ruolo di prossimità che la farmacia rappresenta e che ci pone come un punto importante dell’intera catena del nostro sistema sanitario nazionale. La farmacia è un punto imprescindibile. Questo riconoscimento si è tradotto praticamente nel dare anche la possibilità al cittadino di effettuare la vaccinazione anti Covid in farmacia. Un grande riconoscimento per il lavoro svolto in questo anno anche grazie ai test. Solo nel mese di febbraio scorso, nelle farmacie del Lazio, sono stati effettuai un milione e mezzo di test anti Covid, un grande contributo verso quello che è il monitoraggio della pandemia. Tornando alla campagna vaccinale, l’aspetto della sicurezza è stato centrale infatti abbiamo seguito diversi corsi di formazione. Il primo deciso in tempi non sospetti è stato quello promosso dall’Utifar per i farmacisti vaccinatori, poi è partito quello ufficiale dell’Iss grazie al quale abbiamo ottenuto la certificazione e poi abbiamo dato vita come categoria ad un ulteriore corso di preparazione pratica del vaccino certificato da un medico o infermiere specializzato. Per quanto riguarda il ruolo della farmacia nel sistema salute del paese le posso dire che si sta abbandonando l’idea, profilata tempo fa circa le Case della salute ogni 30mila abitanti, questo discorso oggi non ha molto senso. Con la pandemia si è riscoperto il ruolo delle farmacie, oltre a quello assolto naturalmente dai medici di base e dai laboratori analisi, di prossimità come uno spazio nel quale il cittadino si riconosce e che risponde ai suoi bisogni di salute e tutto vicino casa. Per questo credo che bisognerà dare sempre più importanza a queste strutture”.
- In dettaglio come si svolgerà la vaccinazione, anche l’anamnesi al paziente sarà svolta dal farmacista? Se può spiegarci in poche parole come sarà organizzato il servizio e quante dosi settimanali è previsto arrivino in ogni farmacia che ha aderito?
“Ci si prenota sulla piattaforma regione Lazio e si iscrive e prenota il vaccino nella farmacia più comoda per il soggetto. La farmacia anticipatamente prepara nel laboratorio cioè in ambito protetto e sterile le 5 dosi giornaliere da effettuare. Uno volta arrivato il paziente è sottoposto all’anamnesi e si compila la modulistica scaricabile dal portale, il vaccino viene inoculato e la persona poi si sposta nell’area di osservazione presso la quale resta per 15 minuti per monitorare in sicurezza eventuali reazioni avverse”.
- Se l’organizzazione come immaginiamo andrà spedita è possibile che si aggiungano nuovi vaccini, o voi di Federfama lo avete chiesto, che vi siano affidati altri sieri oltre a quello J&J che per sua natura è facile da gestire sia perché monodose sia perché può essere conservato alle stesse temperature di un gelato?
“A differenza dei gelati il vaccino J&J si comporta ancora meglio perché deve essere conservato tra i 2 e gli 8 gradi. Il gelato va conservato a meno 20 gradi mentre il vaccino dopo essere scongelato si conserva a quelle temperature che le ho descritto. Ma come funziona l’iter vaccinale? I vaccini sono a Pratica di mare, vengono poi distribuiti negli ospedali di Roma all’interno dei quali i farmacisti ospedalieri provvedono a scongelarli e a inviarli alle farmacie che erogano questo servizio. Le fasi descritte riguardano il vaccino J&J ma la procedura potrebbe all’occorrenza essere estesa al vaccino Pfizer, Moderna e Astrazeneca. Poiché si è compreso che mantenendo in un certo modo la catena del freddo questi sieri in farmacia possono essere inoculati”.
- Qualche giorno fa c’è stata la chiamata del generale Figliuolo per scovare tutti gli over 60 che ancora non hanno effettuato la vaccinazione e che non sono proprio pochi. Come vi state muovendo a livello Nazionale in questo senso?
“Abbiamo immediatamente aderito alla chiamata del generale Figliuolo anche perché nelle nostre farmacie accedono moltissimi cittadini e quando ne vediamo qualcuno che ha un’età vicina a quella riferita rivolgiamo diverse domande. Chiediamo sempre se ha effettuato la vaccinazione ma soprattutto se non si è sottoposta a vaccinazione indaghiamo le ragioni. Se il paziente non è riuscito a prenotare gli diciamo che può farlo in farmacia e se invece è contrario cerchiamo di convincerlo, argomentandone l’opportunità e l’importanza di effettuarlo”.