Nel pomeriggio di Sabato 25 Febbraio, sono stati visti diversi serpenti, tra i quali delle vipere, vicino le roulotte dove dormono i residenti a Liberty: due di queste sono state catturate dai residenti stessi. Ciò è dovuto alle condizioni invivibili di questo luogo abbandonato e alle infrastrutture disastrate del campo la cui adeguatezza e conformità agli standards umanitari è stata certificata alla fine di Gennaio da Mr. Martin Kobler e dal suo tecnico esperto in strutture di accoglienza. Nel frattempo, l’attraversamento quotidiano delle forze armate irachene nelle piccole zona ove vivono i residenti, continua dalle 30 alle 50 volte al giorno.
Le immagini di questi serpenti offuscano la cosiddetta “immagine dorata” di Liberty e come ha detto Alan Dershowitz due giorni fa in una conferenza a Washington, D.C., si lasciano dietro nient’altro che uno scandalo. Il più eminente avvocato penalista del mondo ha aggiunto: “Ciò di cui abbiamo immediatamente bisogno, è una commissione d’inchiesta per determinare in che modo è stata perpetrata questa frode. Chi ha certificato, chi ha approvato quel buco infernale, quella discarica di immondizia? Chi ha detto che era conforme agli standards delle Nazioni Unite? Qualcuno è responsabile per aver perpetrato questa frode e per aver portato 400 persone innocenti a rischiare la loro vita e la loro salute, ad essere esposti a quel genere di immondizia e di pericolo per la salute. Dobbiamo andare fino in fondo a tutto ciò”.
Nella stessa conferenza il Sindaco Rudy Giuliani ha detto: “Questa non è una prigione. Questo è un campo di concentramento. Ecco cos’è. Questo è un campo di concentramento. Diciamolo quello che è”.
Di conseguenza, i “residenti a Liberty sono giunti alla conclusione che, senza la garanzie di assicurazioni minime l’unica soluzione per impedire la degenerazione dello status quo, sia il loro ritorno ad Ashraf” (Dichiarazione del NCRI No 12 su Liberty, 24 Febbraio). E i residenti di Ashraf hanno scritto nelle loro lettere al Segretario Generale Ban Ki-moon: “Noi non possiamo accettare alcun trasferimento senza delle garanzie minime. Ottenendo l’avallo dell’UNAMI sulle loro condizioni per Liberty, il regime iraniano e il governo iracheno vogliono darci la scelta tra la morte e la resa al fascismo religioso”.
La Sig.ra Rajavi, Presidente eletto della Resisteza Iraniana, ha voluto attirare l’attenzione del Segretario Generale delle Nazioni Unite, del Segretario Clinton ed della Baronessa Ashton, su questo ambiente malsano e disumano, con la sua energica protesta contro le strutture detentive e le condizioni disastrose di Liberty, ed ha richiesto che si presti immediatamente attenzione a questa vergognosa situazione. Ha ripetuto che, come i residenti di Ashraf hanno molte volte dichiarato, senza assicurazioni minime nessuno deve aspettarsi alcun trasferimento volontario da Ashraf a Liberty.
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