Il presidente USA Donald Trump ha sospeso l’immigrazione negli Stati Uniti per 60 giorni, congelando di fatto le carte verdi, ovvero i permessi di residenza permanenti, ma non i visti di lavoro temporanei. L’annuncio senza precedenti del Presidente americano è arrivato nei giorni scorsi, mentre il Centers for Disease Control and Prevention mette in guardia contro una seconda ondata di coronavirus che rischia di essere devastante.
La decisione, ricorda il Cittadino Canadese di Montral, affonda le radici nella politica dell’America First e si basa su una logica economica: “Così aiuteremo gli americani disoccupati mettendoli in prima linea” per la caccia a un posto di lavoro, ha spiegato Trump.
“Sarebbe sbagliato sostituirli con immigrati che arrivano dall’estero”, ha aggiunto il presidente, avvertendo che eventuali modifiche al provvedimento dipenderanno “dalle condizioni economiche del paese” fra 60 giorni.
Intanto, lunedì 27 aprile, Tennessee e Mississippi si sono uniti ad altri Stati che hanno cominciato a riaprire alcune attività, come Georgia, South Carolina, Oklahoma e Alaska. Ma a spingere ci sono anche Colorado e Minnesota, guidati da governatori dem. Così come il Montana, che ha consentito anche la riapertura delle chiese, con il distanziamento sociale, mentre ristoranti e scuole ripartono il 7 maggio.