La Repubblica oggi in edicola racconta di due decisioni del Pentagono presentate negli scorsi giorni, che possono rappresentare un trampolino di lancio sui mercati mondiali per Iveco Defense, divisione del gruppo Cnh, e per Fincantieri.
La prima riguarda i Marines, che hanno dato il via libera alla produzione su larga scala del nuovo blindato anfibio Acv: un veicolo corazzato con otto ruote motrici, capace di muoversi in mare e poi avanzare sul terreno. Si tratta del mezzo da sbarco tipico delle prime ondate d’assalto sulle spiagge, come avveniva a Iwo Jima e Guadalcanal, garantendo la sopravvivenza dell’equipaggio e la possibilità di proseguire verso l’entroterra: il “cavallo di battaglia” dei Marines. Che dopo una selezione durata anni hanno scelto un progetto italiano, derivato dai blindati Freccia del nostro Esercito già provati sul campo in Afghanistan.
Prima di lasciare la Casa Bianca, l’amministrazione Trump ha varato un piano per dotare la Us Navy di 500 navi entro il 2035. Un programma che per almeno per i primi anni condizionerà anche la presidenza Biden e che si incardina sulle fregate Constellation costruite da Fincantieri.
Dopo una gara molto combattuta, l’azienda triestina ha ricevuto una commessa per venti esemplari da realizzare nel suo impianto americano Marinette Marine: ognuna dovrebbe costare intorno agli 800 milioni di dollari. La tecnologia italiana si è imposta nel settore più selettivo e competitivo del mondo, quello delle forniture al Pentagono, ma senza un raccordo tra istituzioni e aziende – quello che spesso viene chiamato “sistema Paese” – rischia di restare esposta ai colpi, spesso bassi, della concorrenza.