Ho provato il taxi senza conducente a San Francisco, l’esperienza è stata entusiasmante al punto che non ne posso fare a meno.
A partire dal primo aspetto: l’assenza dell’autista, e quindi zero interazioni inutili. Una privacy assoluta, puoi scegliere tramite app che musica mettere, il volume, l’aria condizionata.
Non c’è la puzza di fritto e di cipolla tipico degli autisti di Uber a New York, non c’è il lato passeggeri pieni di acque, caramelle, pacchetti. Tutto è pulito, tutto è perfetto. La guida poi è di una differenza abissale.
Niente scatti, niente distrazioni. Tutto tranquillo, entro i limiti di velocità. Curve perfette, sorpassi perfetti, accelerazione perfetta. Davvero bellissimo.
Non so a che velocità si diffonderà questa innovazione, né se arriverà in Italia nei prossimi anni. Forse ci vorrà tempo anche se la tecnologia è pronta. Ma di una cosa sono sicuro. Forse non oggi, forse non domani, ma ad un certo punto, non troppo lontano, nessuno guiderà l’auto, e le nuove generazioni si meraviglieranno che in passato si facesse.
P.S. lo dico ora perché già so che lo commenterete: i posti di lavoro che si perdono. Se ne creano gli altri, come funziona da almeno 300 anni. I luddisti ci sono sempre stati, e hanno avuto torto. Poi che lavoro è il conducente? Guidare è la prima causa di stress nelle metropoli, ci sono incidenti per distrazione, ubriacatura, stanchezza, gente che s’insulta o che si picchia addirittura. Tutto risolto. Ci saranno altri problemi, sicuramente, ci sarà qualche incidente, sicuramente. Ma saremo di gran lunga piu’ sicuri di oggi. Perché l’uomo è fragile e la macchina quasi perfetta.