Un ex dirigente della Microsoft, Jamen Shively, 45 anni, dopo aver lasciato l’azienda fondata da Bill Gates nel 2009, ha deciso di provare una nuova e inedita avventura imprenditoriale. Di cosa si tratta? Creare un marchio e una rete di punti vendita di marijuana sul modello di Starbucks tutto ‘Made in Usa’. Dunque, al posto di caffè e cappuccini, erba da fumare, sia a scopo ricreativo che medico.
Ovviamente il suo progetto al momento e’ tutto in divenire: al momento l’uso e il possesso di marijuana negli States resta illegale e perseguito dalla legge federale. Tuttavia, gia’ due Stati, Washington e Colorado, hanno approvato per primi leggi di legalizzazione a fini ricreativi e ben 18 permettono il consumo a scopo medico. Shively punta le sue carte sulla speranza che questo trend continui e coinvolga un giorno tutto il Paese.
Impressionante il giro d’affari a livello mondiale che vede protagonista la ganja: secondo stime dell’Onu datate 2005, il mercato della marijuana a livello globale si aggira attorno ai 142 miliardi di dollari. ‘Siamo di fronte – ha spiegato Shively – a un mercato gigantesco in cerca di un brand. Saremmo felici se potessimo acquisire il 40% a livello mondiale di tutto questo enorme giro d’affari’.
Come al solito, tutto pasta dalla politica. E così proprio ieri, a Seattle, la citta’ dello stesso Starbucks, Shively assieme a Fox ha perorato la causa anti-proibizionista, prospettando lo scenario ideale in cui la droga possa un giorno essere importata legalmente dal Messico, escludendo dal business la criminalita’ organizzata che oggi regola il traffico illegale traendone enormi utili finanziari.
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