La proposta di regolarizzare la marijuana terapeutica in ambito veterinario è stata presentata di recente in Nevada, uno dei 23 Stati americani che hanno legalizzato l’utilizzo della cannabis per scopi medici. I benefici sull’uomo dei principi attivi estratti da questa pianta sono stati ampiamente dimostrati attraverso la ricerca scientifica, che ha osservato in particolare le proprietà curative dei due cannabinoidi principali, THC e CBD: queste due componenti, attraverso la coltivazione di cannabis effettuata con l’utilizzo dei semi femminizzati di varietà diverse che ne determinano la concentrazione, sono già abbondantemente impiegate dalle case farmaceutiche per la cura di molte patologie dell’uomo.
Sarebbe proprio il CBD la componente di maggiore utilità per i nostri amici a quattro zampe, che secondo alcuni medici veterinari potrebbe migliorare le condizioni degli animali affetti da malattia terminale, alleviandone le sofferenze, oppure in caso di forti dolori debilitanti dovuti a vecchiaia. Sarebbe invece controindicata la somministrazione di THC, il principio psicoattivo della cannabis, in quanto sugli animali – soprattutto sui cani – potrebbe causare fastidiosi effetti collaterali data la presenza nel cervello di molti recettori cannabinoidi.
Secondo alcune teorie, l’azione del CBD sui cani curati con la cannabis coinvolgerebbe anche l’appetito, stimolando la fame e quindi permettendo all’animale di vivere di più e dormire meglio. Alcuni veterinari americani, rappresentati dal dott. Doug Kramer che per primo ha avuto il coraggio di portare alla luce questa diffusa terapia sugli animali, dichiarano di essere favorevoli all’utilizzo della cannabis sugli animali se essa può evitare loro la sofferenza che spesso costringe i medici a praticare l’eutanasia. Sono necessari tuttavia nuovi studi sul’argomento, considerato che mancano ancora evidenze scientifiche che assicurino risultati sufficienti e tutelino la salute di cani, gatti e via dicendo.
Al momento, diverse case farmaceutiche negli USA – approfittando della mancanza di leggi in materia – hanno immesso sul mercato farmaci veterinari a base di cannabis. E’ il caso, ad esempio, del medicinale Canna-Pet (rivelatosi poi una truffa poiché totalmente privo di principio attivo), oppure di Canna Companion o ancora di Treatibles, una linea di prodotti farmaceutici per gli animali domestici a base di CBD.
Quel che è certo è che se la cannabis è risultata utile in medicina per l’uomo, per la cura di malattie quali ad esempio l’epilessia, la SLA o il cancro, è doveroso approfondire la ricerca anche per gli animali, che devono in ugual modo godere del diritto alla vita e alla salute.
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