L’America che si appresta a scegliere il nuovo presidente è più divisa che mai. La divisione non è tanto tra coloro che sostengono Kamala Harris e Donald Trump, ma tra chi è pro o contro il tycoon.
Guarda caso, anche nel Grand Old Party (il Partito Repubblicano) ci sono coloro che sono contro Trump, come la famiglia Bush e Schwarzenegger. Questi ultimi voteranno Kamala Harris.
Inoltre, vi è una divisione tra le città e le realtà esterne ad esse e tra gli Stati costieri e quelli interni.
Non parliamo poi delle divisioni etniche e religiose. Per esempio, gli afroamericani voteranno Kamala Harris mentre i latinos e gli asiatici voteranno Trump. I caucasici sono divisi.
A livello religioso, la situazione è molto frastagliata. Basta pensare al mondo cattolico, il quale è diviso tra le posizioni conservatrici e pro-life di Trump ed un certo moderatismo che occhieggia ad Harris. Anche tra gli episcopaliani ci sono divisioni simili.
Non esiste un’America. Nemmeno due Americhe. Ma tante Americhe. Questa divisione si rifletterà nel voto? Probabile. Queste divisioni sono esasperate e spesso si traducono in scontri personali, cosa che non va bene. Dalla violenza verbale a quella fisica il salto è breve. Aspettiamoci di tutto.