Le attese per un Election Day nel caos sono confermate: decine di milioni di americani sono protagonisti di code lunghe d’attesa, di attrezzature nei seggi che si inceppano e di un po’ di confusione. Non sembra però che ci siano violenze né le temute intimidazioni di simpatizzanti repubblicani intenti a individuare potenziali frodi. I problemi tuttavia non mancano in Stati chiave come Florida, North Carolina e Pennsylvania. Quei problemi tuttavia sembrano tipici di ogni ciclo elettorale e non di un sistema “corrotto” come aveva avvertito il candidato repubblicano Donald Trump.
“Non ci sono scuse per le code, che non sembrano peggiori di quelle di anni passati”, ha spiegato al Wall Street Journal Neal Rosenstein, un supervisore della non profit New York Public Interest Research Group. In Pennsylvania pare che ai seggi sia stato chiesto agli elettori di fornire forme di identificazione specifiche cnon necessarie e che gli elettori ispanici non abbiano trovato personale di lingua spagnola ad assisterli.
In North Carolina i registri elettronici per verificare se una persona è idonea al voto non funzionavano. In Nevada, Trump ha fatto causa lamentandosi che in una contea il voto anticipato sia stato consentito per due ore aggiuntive rispetto alla scadenza prevista. In Michigan, a Detroit, le macchine per il conteggio dei voti non funzionavano in alcuni seggi.
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