Rick Santorum trionfa nella notte elettorale del profondo Sud degli Stati Uniti, confermandosi così in corsa nelle primarie repubblicane per la candidatura alle presidenziali contro Obama.
Il candidato italoamericano – Santorum è nipote di un minatore di Riva del Garda – ha conquistato l’Alabama e il Mississippi sbaragliando Newt Gingrich, che esce così ufficialmente dalla competizione, e battendo anche Romney.
Con questo trionfo netto in due Stati cruciali del Sud, l’ex senatore della Pensylvania Santorum si proietta come unica seria alternativa a Mitt Romney, che resta in vantaggio, ma non può certo dormire sogni tranquilli. I due potrebbero infatti essere testa a testa alla vigilia delle primarie del New Jersey e della California in programma a giugno.
"We did it again", ha detto Santorum emozionato di fronte ai fan riuniti a Lafayette, in Lousiana. "La gente comune è capace di fare cose straordinarie", ha aggiunto proponendosi come il paladino della "working class", pronto a sfidare i poteri forti dei media e della finanza.
Secondo Jim Rutenberg del New York Times, anche dopo i risultati di ieri, la possibilità di Rick Santorum di affermarsi come una vera alternativa a Romney, e non rimanere solo un ostacolo nella corsa alla nomination dell’ex governatore del Massachusetts, resta fortemente condizionata da quello che farà Newt Gingrich: se, come ha annunciato ieri, il "terzo incomodo" resterà in campo, i voti dei repubblicani che non gradiscono Romney continueranno a sparpagliarsi tra i due candidati, limitando le chance di Santorum di competere per la nomination. Se invece Gingrich darà forfait, spiega Rutenberg, si aprirà la "guerra dei delegati": lo staff Romney afferma che a questo punto è comunque impossibile per Santorum raggiungere i 1144 delegati necessari ad aggiudicarsi la nomination; una sfida a cui i collaboratori di Santorum, hanno replicato che il loro candidato può riuscire in un’altra impresa, impedire a Romney di raggiungere quel traguardo. Nel caso in cui nessuno degli aspiranti alla nomination centrasse questo obiettivo, conclude il giornalista del New York Times, la palla passerebbe nelle mani della convention nazionale dei Repubblicani. Potrebbe proprio essere il vertice repubblicano, infatti, a decidere fra Santorum e Romney.
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