Mitt Romney in difficolta’ sul tema della sicurezza interna, un po’ come accadde nel 2004 con John Kerry, messo in croce dall’accusa di non essere abbastanza vicino alle forze armate. Tanto che Politico.com, usando un audace neologismo, parla della ‘Kerryzzazione’ del candidato repubblicano alla Casa Bianca. Proprio mentre l’America ricorda il dodicesimo anniversario degli attentati di Al Qaida, i vertici del Grand Old Party sono preoccupati per un candidato che non sembra avere tutte le carte in regola per essere un credibile ‘Commander in Chief’. E dire che tradizionalmente il candidato repubblicano e’ sempre stato piu’ forte su questi temi, rispetto al suo avversario democratico. Ma stavolta e’ diverso: Romney, il miliardario mormone ex finanziere d’assalto sembra destare piu’ di qualche sospetto. Inoltre, a peggiorare le cose, il fatto che nel suo discorso alla Convention di Tampa, l’ex governatore del Massachusetts non abbia rivolto alcun saluto agli oltre 75mila soldati che ancora si trovano sul campo di battaglia dell’Afghanistan. Una dimenticanza ‘indecorosa per chi punta a essere presidente’, ha attaccato il generale Wesley Clarke, ex comandante delle forze Nato, oggi al fianco di Barack Obama. Tuttavia, malgrado i sondaggi siano tornati a sorridere all’inquilino della Casa Bianca, a 56 giorni dall’election day e’ sempre l’andamento dell’economia il vero ostacolo sulla strada della sua rielezione. L’agenzia Moody’s proprio oggi ha minacciato di tagliare degli Usa da tripla A ad Aa1 nel caso in cui Washington non adotti le necessarie misure per ridurre il livello del debito pubblico rispetto al Pil. ‘Le trattative sul bilancio nel 2013 determineranno probabilmente la direzione del rating Aaa con outlook negativo degli Stati Uniti’ afferma Moody’s in una nota, sottolineando che ‘se le trattative porteranno a politiche specifiche che produrranno una stabilizzazione e poi un trend di calo del rapporto debito pil nel medio termine, il rating probabilmente sarà confermato e l’outlook ritornerà stabile. Se le trattative non produrranno tali politiche, invece, Moody’s si attende un taglio del rating, probabilmente ad Aa1’.
Infine, una nuova spina per Obama, stavolta sul fronte sindacale: prosegue per il secondo giorno lo sciopero degli insegnanti di Chicago, il primo da 25 anni. E gia’ provoca conseguenze politiche nazionali. Il sindaco della citta’ dell’Illinois Rahm Emanuel, ex capo staff di Barack Obama, e’ stato infatti costretto a interrompere la sua attivita’ a sostegno della raccolta fondi per il Presidente, proprio a causa della protesta. Emanuel e’ stato infatti accusato dai repubblicani di anteporre il suo impegno a favore di Barack alla crisi della sua citta’. Per questa ragione, Emanuel ha deciso di cancellare la prevista apparizione a un evento di raccolta fondi, e ha sospeso il suo impegno per il SuperPac che sostiene Obama, ‘Priorities Usa Action’. Lo sciopero e’ visto come una prova cruciale per la resistenza dei sindacati in America, ma anche come un pericolo per Obama, considerato che proprio i sindacati sono suoi grandi sostenitori. E la crisi nella sua citta’ di origine, dal punto di vista politico, puo’ creare all’inquilino della Casa Bianca piu’ di un grattacapo, a meno di due mesi dall’election day del 6 novembre. Nel frattempo proseguono anche oggi le trattative tra il sindacato dei docenti e le autorita’ per trovare un punto d’incontro sul rinnovo del contratto nazionale.
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