‘La sedia del presidente? E’ occupata’. Archiviata la Convention repubblicana di Tampa, occhi puntati su Charlotte, North Carolina, dove tra qualche giorno Barack Obama dovra’ rilanciare la sua leadership, dargli nuovo smalto, dopo il bombardamento a tappeto subito da Romney e compagni. Ma oggi, su tutti i siti, fa scalpore la decisione del presidente americano di ignorare Mitt Romney e i suoi feroci attacchi soprattutto in tema economico. E invece replicare a Clint Eastwood, l’icona della destra, l’ex Dirty Harry, che ieri con il suo colloquio surreale al fantasma di Barack ha esaltato i delegati Gop. E il presidente reagisce da par suo.
Anche lui, da star della comunicazione, pubblica on-line sul suo account Twitter una foto che sembra tratta da un film, in cui si vede una grande poltrona ripresa di spalle, da cui compare la sua sagoma inconfondibile. E sotto la didascalia: ‘Il posto del presidente e’ occupato’. Come dire, una cosa sono gli attacchi politici e gli scontri quotidiani. Altra, ben piú grave, delegittimare l’inquilino della Casa Bianca. Insomma, nessuno, neanche Eastwood, puó permettersi di mettere in dubbio la sua leadership. Una replica netta, che conferma pero’ anche quanto lo staff obamiano abbia preso tremendamente sul serio la stravagante piece di Clint, la sua potenza simbolica. Anziano finche’ si voglia, poco accurato nel discorso, non solo molti osservatori, ma anche la Casa Bianca ha giudicato la sedia vuota di Clint una minaccia serissima, un’immagine molto efficace che simboleggia un Paese e’ senza guida. Ma la foto di replica e’ una precisazione, certamente non una demonizzazione dell’artista, per una volta prestato alla politica che conta. Una scelta del genere sarebbe stata un pericoloso autogol, perch‚ chi tocca Clint rischia di farsi male. E come recitava il cattivo di ‘Per un Pugno di dollari’, ‘quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, quello con la pistola e’ un uomo morto’.
Non a caso David Axelrod, il consigliere politico piú vicino a Obama, una vecchia volpe della politica Usa, ha speso parole splendide nei confronti di Dirty Harry: ‘Io amo Clint Eastwood. E’ un grande regista – ha detto alla Abc – e penso sia uno dei piú grandi del nostro tempo. Forse gli strateghi repubblicani avrebbero fatto meglio a mandare in onda un film su Romney piuttosto che portare sul palco Clint. Ma questi sono affari loro’.
Insomma, polemica chiusa. Ora il suo compito e’ quello di preparare al meglio la risposta democratica di Charlotte a Tampa, riuscire nella tre giorni della North Carolina a ribaltare l’immagine di Commander in Chief in balia della crisi, incapace di governare la nave americana travolta dai flutti della crisi. Quella che tra grandi difficoltà, uragani, gaffe e incertezze, comunque Romney e’ riuscito a cucire su misura addosso a Barack Obama.
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