‘L’America e’ stata per troppo tempo paralizzata dal desiderio di essere amata. Ma a volte, come mi insegno’ mia nonna siciliana, e’ meglio essere rispettati, piuttosto che amati e basta’. Chris Christie scuote la Convention di Tampa, confermando il suo carisma e il suo profilo di leader repubblicano del futuro. Romney gli aveva affidato il keynote speech, il discorso che tradizionalmente segna politicamente l’intera kermesse. E il corpulento governatore del New Jersey e’ stato all’altezza delle aspettative. Perfino fin troppo. Tenuto conto che il suo intervento, almeno a giudicare dall’entusiasmo della platea, sembrava piu’ quello di un candidato presidente che di un suo supporter. Christie scatena la passione della platea parlando delle sue origini: ‘Nell’auto della mia famiglia, al volante c’era mia madre, e mio padre era nel posto del passeggero’. Con la sua mimica e il suo linguaggio del corpo si attira tanti applausi, tanto che c’e’ chi si chiede se Mitt Romney, domani, nel suo discorso di accettazione della candidatura, riuscira’ a essere altrettanto convincente.
Quello che certamente ha colpito e’ che Christie ha parlato quasi sempre di se’, della sua famiglia, e abbia fatto passare ben 15 minuti prima di pronunciare il nome del candidato repubblicano. Su twitter c’e’ stato chi ha colto l’occasione per prendere in giro il povero Mitt: ‘Pare che Romney abbia appena mandato un sms a Chris su cui c’era scritto: ‘Ti prego, di’ almeno una volta il mio nome, per favore”. Poi quando finalmente l’ha fatto, anche David Axelrod, il braccio destro di Barack Obama, ha cinguettato sarcasticamente: ‘Finalmente!’. Cosi’, facendo i conti, alla fine del suo intervento Christie ha detto 37 volte la parola ‘io’ e appena 7 volte ‘Romney’. Ma mai ha pronunciato il nome di Barack Obama. Quasi a voler sottolineare la sua volontà’ di volare alto, fornire, come titola Politico.com, ‘una prospettiva al futuro Grand Old Party’, piuttosto che soffermarsi sullo scontro quotidiano. Lo stesso Larry Sabato, uno dei politologi piu’ stimati d’America, ha commentato: ‘Solo alla fine mi sono reso conto che Christie non era il candidato alla Casa Bianca’.
Da vero politico di razza, Christie non crede alla dittatura dei consensi passeggeri: ‘I veri leader – attacca tra gli applausi – non seguono i sondaggi, ma li cambiano’. ‘Ora dobbiamo dire basta e cominciare a elencare le cose che vanno bene e quelle che non vanno. E dire con chiarezza che le nostre idee sono quelle giuste per l’America, le loro no’.
Infine, da vero tribuno, chiede a tutti di alzarsi in piedi per lanciare la sfida di Mitt. E gli oltre 2000 delegati in visibilio lo acclamano felici. Chissa’ se l’algido Romney sara’ in grado domani di guadagnarsi lo stesso calore.
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