Rick Santorum ne è convinto: il porno fa male alle nuove generazioni, è qualcosa di "tossico" per quanto riguarda i rapporti familiari, è "un flagello" per gli Stati Uniti d’America. Un "flagello" che però solo negli Stati Uniti genera utili per 14 miliardi di dollari all’anno. Difficile andare contro interessi economici così forti. Senza contare che nell’America bigotta, la pornografia tira di brutto. Sono proprio americane le più famose case produttrici di materiale hard.
Santorum però non molla: ha deciso di dichiarare guerra al porno e vuole continuare a portare avanti questa sua battaglia. "La pornografia danneggia il cervello dei giovani, è tossica nei rapporti familiari, è un flagello per il nostro Paese e Obama ha chiuso gli occhi”. Una vera campagna contro l’industria del sesso, che però rischia di incamminarsi lungo una strada che vede il proibizionismo come principale fonte di ispirazione. Non è proprio il massimo.
C’è poi l’industria pornografica che si ribella: quella di Santorum, dice uno dei maggiori esponenti del porno in Usa, è "una battaglia ridicola". "Il cinema a luci rosse non vuole fare male a nessuno”. Si è fatto sentire anche Larry Flint, uno dei più conosciuti imprenditori del settore: “Ho già affrontato queste battaglie nel 1969, allorquando il presidente Johnson mise in piedi una commissione apposita per studiare l’impatto del porno con le giovani generazioni e il risultato fu che non nuoce alla salute”.
Crediamo che in ogni caso quella di Santorum sia soltanto facile propaganda, per attirare a sè l’elettorato più conservatore. Santorum ha anche detto che se dovesse essere eletto farà in modo di regolarizzare la distruzione di materiale porno, vietando ad esempio che film hard si possano guardare online. Negli Usa del terzo millennio, nell’epoca digitale, voi credere che possa essere possibile una cosa del genere?
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