Obama 2012: si parte, all’insegna del realismo. E dei social network. A sei mesi dal voto, Barack Obama rilancia con due comizi show in Ohio e in Virginia la sua campagna elettorale.
Interventi che verranno ritrasmessi su Facebook e Twitter, perche’ e’ li, sulla piazza virtuale del web, che si vincera’ la sfida per la Casa Bianca. Chi partecipa ai due meeting, ribattezzati, ‘Ready to go’ viene registrato dai volontari di Obama for America, che sui loro Ipad scrivono i loro nomi e i loro dati per ricontattarli in futuro. Al lato del palco, due maxi schermi, mandano in tempo reale i twitter dei fans. E le loro foto scattate e postate su Instagram, in modo che i vari social network possano dialogare tra loro. Secondo Jim Messina, il capo della macchina propagandistica obamiana, proprio la mobilitazione sul web dei ragazzi sara’ ‘l’arma segreta’ di Barack nei mesi prossimi. Gia’ ieri, parlando agli universitari di Arlington, Obama ha chiesto esplicitamente a tutti di ‘twittare’ la loro protesta contro l’aumento dei costi dell’universita’.
Accompagnato dall’immancabile Michelle, sempre piu’ popolare, Barack parla 35 minuti prima a Columbus, in un Palazzetto dello sport davanti a 20mila fan scatenati. E poi a Richmond, nella Virginia Commonwealth University, di fronte a 8000 ragazzi. Sono due ‘swing state’, di quelli che il 6 novembre faranno la differenza.
Stavolta il suo messaggio e’ meno ‘visionario’ e piu’ attento ai problemi concreti. La crisi incalza. Anche i dati sulla disoccupazione diffusi ieri, ferma all’8%, lasciano poco spazio al sogno di 4 anni fa, quando l’Obamamania fece emozionare milioni di americani con parole come ‘Change’ e ‘Hope’. Stavolta, lo slogan e’ ‘Forward’, andiamo avanti, malgrado tutto. Politico.com apre il suo sito ‘Obama 2012: meno aspirazioni, piu’ funzionalita”. In questa campagna elettorale, Obama cerchera’ di conquistare piu’ la mente che il cuore dei suoi elettori. La passione che ha accompagnato la propaganda del ‘Yes We Can’ di 4 anni fa, lascia il passo a un messaggio piu’ ragionato. Al posto della suggestione, la concretezza. Obama sembra dire all’America: con me alla Casa Bianca possiamo completare il lavoro, assicurare maggiore giustizia sociale, limitare i privilegi degli straricchi e agevolare la vita del ceto medio. Non e’ la panacea di tutti i mali. Nessuno ha la bacchetta magica. Ma e’ la scelta megliore.
E poi, fa capire il presidente, l’alternativa e’ tornare in dietro all’era Bush. I repubblicani guidati da Mitt Romney, insiste Obama, con la scusa di difendere la libera impresa, puntano solo a tutelare i privilegi ‘dell’1%’, a scapito dei diritti del 99%. Vogliono tagliare lo stato sociale, cancellare la riforma sanitaria, limitare i diritti dei gay, delle donne. Insomma, tornare indietro. Invece, Barack punta ad andare ‘avanti’. Forward, come recita il suo nuovo slogan.
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