La Casa d’Italia, domenica 5 giugno, è stata letteralmente invasa dai ragazzi che frequentano i corsi di lingua e cultura italiana nella Circoscrizione consolare di Zurigo, insieme ai loro genitori e qualche nonno. Circa trecento persone erano presenti alla premiazione del concorso Bisdada: “Gli animali secondo me” e alla consegna degli attestati di frequenza agli alunni dell’ultimo anno dei Corsi di Ligua e Cultura Italiana.
Sembrava di assistere, in questo luogo storico della comunità italiana di Zurigo, a una partita di calcio della nazionale italiana, per la marea di persone giunte da ogni cantone, ad applaudire i ragazzi che hanno partecipato al concorso di bisdada.net. Un applauso va a tutti gli alunni che si sono impegnati con i loro scritti e disegni ad affrontare il tema del concorso, secondo il loro punto di vista, in varie sfaccettature con uno spirito critico, ironico e riflessivo.
Dato l’alto numero dei presenti, non tutti hanno avuto la possibilità di accomodarsi nel salone Pirandello, dove si è tenuto l’evento, rimanendo così ad assistere alla manifestazione fuori dalla sala, e nel cortile della Casa d’Italia. Questo particolare dovrà far riflettere gli organizzatori se non sia il caso di trovare un altro spazio, più consono a ospitare un evento di tale portata per il prossimo anno.
Il suddetto concorso è giunto alla sua terza edizione ed un grazie particolare va agli sponsor che hanno sostenuto tale iniziativa: il circolo culturale “Sandro Pertini” di Dietikon, la Società Cooperativa Winterthur, il CASLI di Zurigo e il settimanale “La Pagina” che sta pubblicando tutti i lavori presentati dai ragazzi dei Corsi, il presidente dell’UDIS Giulio Albanese, che ha sponsorizzato e donato il libro “L’Italia e la Svizzera secondo me” ai ragazzi.
Alla manifestazione erano presenti il Dirigente scolastico, Prof. Marco Tovani, l’on. Gianni Farina, i presidenti della giuria, Paola Frezza e Domenico Aquilante, l’organizzatore e moderatore del concorso, Prof. Antonio Ravi Monica, e i docenti Lucia Gaetano, Flavia Targher, Maria Luisa D’Onofrio e Gerardo Petta. Un plauso va a tutti gli insegnanti che hanno lavorato al concorso.
Come docente devo convenire che queste manifestazioni danno un senso e una valorizzazione al nostro lavoro, in quanto c’è la verifica della qualità dei suddetti Corsi attraverso la produzione scritta dei nostri ragazzi. Durante la premiazione il mio sguardo si è soffermato anche sui genitori dei premiati che, dopo essere stati chiamati con il loro nome e invitati a ritirare il meritato premio dalla commissione, hanno fatto trasparire dai loro occhi tutto l’orgoglio e l’emozione per i loro figli.
Ma maggiore fierezza ho riscontrato nei genitori degli alunni che hanno ricevuto l’attestato finale di frequenza che potranno ora usarlo, insieme al voto che riceveranno sulla pagella svizzera nelle loro domande per ottenere un apprendistato che prossimamente dovranno inoltrare. Pagelle che attestano la loro conoscenza della lingua italiana da madrelingua, da italiani con la “I” maiuscola, e non da stranieri (L2).
Infine è stato regalato anche un braccialetto di cuoio con i colori dell’Italia, oggetto molto apprezzato, perché rappresenta una delle due culture di appartenenza dei ragazzi. Infatti da un lato si sentono italiani, ma dall’altro anche svizzeri perché la maggior parte di loro è nata, vive e va a scuola in questo paese.
I nostri alunni sono dei ragazzi di madrelingua italiana, bilingue e a volte trilingue che nei nostri Corsi hanno la possibilità di approfondire la lingua e la cultura italiana. Aiutare i ragazzi a scrivere, serve inoltre a farli crescere e di conseguenza a far maturare in loro un senso critico verso il mondo in cui viviamo. Puntare sullo scritto lo considero un viaggio affascinante e appagante per un docente, in particolar modo quando vede nascere nei propri alunni molti interessi. Interesse che deve essere coltivato col tempo, non dimenticando mai che la cultura, in generale, è il vero motore che spinge a guardare verso il futuro con maggiore consapevolezza e responsabilità. Viviamo d’altra parte in un mondo tecnologico, dove si scrive sempre di meno e i messaggi la fanno da padrone con tutte le abbreviazioni possibili e immaginarie per far rientrare il testo nello spazio limitato del cellulare. Pertanto riavvicinare i ragazzi allo scrittura, come una volta, è solo positivo. Lo scopo della nostra iniziativa era anche questo.
Vorrei anche spendere qualche parola sui Corsi di lingua e cultura italiana che fanno parte delle Istituzioni scolastiche italiane all’estero. I corsi sono distribuiti in ogni parte del mondo dove esiste una comunità italiana che ne faccia richiesta al Ministero degli Affari Esteri. Attualmente sono frequentati, secondo gli ultimi dati, da circa 300.000 alunni nel mondo, in Svizzera da circa 10.000. Fino a 20 anni fa lo Stato italiano li gestiva direttamente, in prima persona, invece dal 1993 ha preso avvio una semiprivatizzazione che ha portato a una riduzione enorme di contributi su questo capitolo di spesa e se non fosse per i genitori degli alunni, che aiutano a finanziarli con una tassa volontaria, non esisterebbero più.
Quando uno Stato risparmia sulla scuola, è uno Stato senza futuro e nel caso dei nostri Corsi, addirittura miope, nel senso che l’investimento verso la suddetta iniziativa scolastica italiana all’estero ha portato e porterebbe a un grande rientro economico a favore proprio dell’Italia. Purtroppo i nostri politici e gli ultimi governi, permettetemi di dirlo, non si sono dimostrati all’altezza del loro compito e i nostri ragazzi l’hanno sottolineato egregiamente nei loro eccellenti lavori, quando hanno dichiarato di amare l’Italia, ma di voler vivere in Svizzera dove avvertono più garanzie per il loro domani.
Quindi un ringraziamento particolare va a quei genitori che hanno sempre capito l’importanza che ha per i loro figli sapere di appartenere a due mondi così vicini, ma così lontani tra loro e per averci sostenuto, credendo nelle potenzialità di questi Corsi. Bravi ragazzi, e speriamo di poter continuare per tanti anni ancora il concorso di bisdada.net. Ritornando a questa giornata di festa presso la Casa d’Italia, vorrei concludere che ci siamo sentiti tutti parte di una nazione, l’Italia, che amiamo forse più di chi vive oltre Chiasso. Viva, allora, la nostra lingua che con gli scritti di questi ragazzi ci ha fatto respirare un pomeriggio italiano e arrivederci alla prossima edizione.
Discussione su questo articolo