Nonostante le polemiche per il test di ingresso, il numero degli aspiranti iscritti alla facolta’ di medicina rimane stabile. Cala invece del 3% quello per le professioni sanitarie, in particolare infermieri e tecnici radiologi, e per gli atenei privati. E’ quanto emerge dai dati dal Centro studi della Fnomceo (Federazione degli ordini dei medici), elaborati sulla base della rilevazione fatta per la Conferenza nazionale dei corsi di laurea delle professioni sanitarie.
– MENO APPEAL PROFESSIONI SANITARIE: la flessione registrata per le domande di accesso alle professioni sanitarie e’ stata del 3,1% sulle 123.419 domande dello scorso anno, per 27.368 posti a bando. Il calo di domande registrato nelle universita’ private (-25%) e’ stato superiore a quello delle statali (-2%).
– MENO TECNICI E INFERMIERI: il calo di domande per le professioni sanitarie, che ammonta a un totale di circa 3.700, ha riguardato soprattutto il ruolo di tecnico di radiologia con -1.880 domane su 10.730 dello scorso anno (-17%) e di infermiere con 1.360 su 44.148 (-3,1%). Un segno, secondo la Fnomceo, che l’inizio di crisi occupazionale comincia ad emergere anche se con valori minimi, con progressivo trend negativo negli ultimi 4 anni.
– REGGE MEDICINA: stabile la situazione a medicina. Sono 76.912 le domande presentate presso le 38 Universita’ statali per medicina e chirurgia (9.617 posti) e odontoiatria (866), per un totale di 10.483 posti. All’esame di ammissione si sono presentati in 70mila, il 10% in meno come di solito accade ogni anno. Sommando alle universita’ statali le private e i corsi in inglese si arriva a un totale di 11.104 posti con 97.153 domande presentate. Quest’anno sono aumentate le sedi che offrono corsi in lingua inglese, passate da 4 a 7, e i loro posti – da 152 a 238 – ricevendo in tutto 4.369 domande.
– BOOM LAZIO E SICILIA: i flussi delle iscrizioni variano da regione a regione e da ateneo ad ateneo. Ad esempio aumenti di iscritti ci sono stati nel Lazio (+14%), in Sicilia (+12%) e Piemonte (+7%), mentre hanno avuto un calo consistente Abruzzo (-18%), Emilia Romagna (-15%) e Toscana (-12%). Stabile la Lombardia. Se si guardano le singole universita’, si puo’ notare un boom a Catania e Palermo (+21%), Roma Tor Vergata (+19%), cui seguono Pavia e Firenze (+11%), Torino e Ancona (+9%). Un vero tracollo invece a Siena (-42%), Parma e l’Aquila (-28%), Genova e Ferrara (-19%) di Genova e Ferrara. Piu’ indietro Messina (-8%), Bologna e Napoli Federico II (6%).
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