Ci vorrà la patente per preparare una pizza? E’ proprio questa la proposta del senatore PdL Pietro Iurlando, origine pugliese, che in Parlamento ha presentato un disegno di legge per il riconoscimento della Pep, la Patente europea pizzaioli. Il ddl segue le tracce di quello presentato nella scorsa legislatura da Rosario Giorgio Costa. La proposta di Iurlando ha velocemente raccolto diversi consensi: fra gli altri, quello di Alessandra Mussolini, Domenico Scilipoti, Antonio Azzollini, Roberto Formigoni, Paola Pelino. Tutti loro sono convinti della necessita’ di prevedere un attestato professionale di competenza allo scopo di professionale di competenza, "allo scopo di qualificare la ristorazione italiana ed europea con specifico riferimento alla pizza".
Spiega Iurlando: "Il ddl nasce dalla sensibilizzazione fatta dagli operatori del settore che lamentano come in troppi ormai si improvvisino pizzaioli senza avere alcuna professionalita’ specifica, per non parlare delle elementari nozioni igienico-sanitarie. E siccome la pizza e’ un patrimonio dell’Italia nel mondo, e’ giusto ‘certificare’ la competenza che richiede".
Sarebbe il ministero dello Sviluppo, di concerto con il ministero dell’istruzione, a rilasciare la patente per la pizza, ma solo dopo la certificazione da parte della associazione maestri d’arte ristoratori pizzaioli (Amar) delle competenze acquisite. Competenze igienico sanitarie e di somministrazione di alimenti, pratica di laboratorio, lingua straniera, per un totale di 150 ore.
La Pep sarebbe valida per cinque anni e chi ce l’avrebbe in tasca farebbe parte dell’Albo professionale dei pizzaioli italiani, inseriti in una Banca dati e riuniti in un vero e proprio Ordine nazionale dei pizzaioli.
"La pizza e’ corpo e anima. E’ espressione della nostra italianita’ piu’ vera. Non contano solo gli ingredienti ma anche chi la fa”, sottolinea Alessandra Mussolini, napoletana doc, che aggiunge: “Purtroppo oggi la pizza non la facciamo piu’ noi ma gli altri, e cosi’ non va".
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