Se facciamo una sintesi onesta di cinque anni di governi di centro-sinistra credo che non tutto vada male, ma che il nostro paese non abbia approfittato della ripresa mondiale e abbia anzi buttato via un periodo economico particolarmente favorevole.
Oggi ci deliziano con un mini aumento del PIL, ma non ci sono state riforme strutturali, continuano i drammi per le incertezze pensionistiche, non si è avviato un vero piano-lavoro per i giovani, salvo moltiplicare il precariato. Sono state fatte alcune leggi demagogiche e di facciata, ma non di sostanza o per risparmi strutturali.
Il sistema giudiziario non funziona meglio, l’amministrazione pubblica non è più efficiente né costa di meno. La corruzione è evidente, i controlli sulle banche non ci sono stati e a perderci sono stati i risparmiatori, non le banche.
Intanto l’immigrazione è esplosa, nonostante una enorme disoccupazione interna soprattutto giovanile e indubbiamente contiamo meno in Europa.
I grandi gruppi hanno guadagnato sempre di più (autostrade, assicurazioni, petrolieri), molti italiani sono finiti ben sotto la soglia di povertà, il Paese non è più “moderno” di prima, oltre 100.000 giovani ogni anno scappano dall’Italia, abbiamo venduto all’estero le migliori aziende e marchi italiani oltre a quote significative delle aziende di Stato e quindi siamo tutti più poveri.
Adesso – per tentare un rattoppo politico a sinistra – si vuole anche approvare la legge dello “jus soli”, ma la sostanza è che è trascorso un quinquennio durante il quale la sinistra (grazie ad una legge elettorale dichiarata poi incostituzionale!) ha avuto una larga maggioranza alla Camera e anche al Senato – qui grazie a un gruppo di faccendieri trasmigrati con loro – ma non ha risolto i problemi dell’Italia né avviato riforme importanti.
La crisi dell’Italia calcistica è insomma lo specchio della crisi del Paese.
Non so se il centro-destra sarà capace di fare meglio, so che questi hanno sostanzialmente fallito. E’ un po’ come il film “La grande bellezza” che parla di un mondo politico che balla sulla tolda del Titanic e non vogliamo rendercene conto, forse e soprattutto perché non vogliono che gli italiani se ne accorgano.
DIMOSTRAZIONE: LA LEGGE FINANZIARIA
La conferma di quanto sopra è l’annuale LEGGE FINANZIARIA, con il copione di sempre e che si ripete ormai da anni. All’inizio dell’autunno il governo in carica presenta una proposta presentandola come di rilancio e sviluppo del Paese con – miracolosamente – una riduzione delle tasse.
E’ spudoratamente una balla perchè – a coprire le spese – sono previste entrate puramente teoriche (per esempio la solita “lotta all’evasione”) e qualche condono una tantum, in realtà poi nella “finanziaria” entra di tutto (quest’anno anche la norma per accompagnare i figli a scuola!) e si finisce con l’aumentare il debito pubblico.
Un mese dopo l’Europa protesta e – sostenendo che non siamo credibili – ci scrive e ci “ingiunge” di metterci in riga.
Seguono viaggi e lettere Roma-Bruxelles (la variante di quest’anno è che Padoan non vuole neppure rispondere) e l’Europa ci “rinvia” quindi a marzo perchè si presenti una nota integrativa, poi a marzo si rimanda a settembre per la successiva finanziaria e avanti così. Se nel frattempo è scoppiata qualche “grana” europea l’Italia starà però zitta sul piano internazionale e in cambio il problema deficit verrà congelato.
Poi qualcuno si chiede come mai il deficit sia appunto salito al 130% e rotti del PIL e perchè l’Italia sia vista con crescente sospetto a livello europeo.
Mentre il cerino acceso viene regolarmente passato al futuro governo (che se sarà di centro-destra avrà però contro i media che enfatizzeranno i problemi, a differenza di come avviene adesso) il vero, autentico, grave problema è che – oltre alle balle contate – l’Italia ha “consumato” e buttato via senza sostanzialmente migliorare un periodo di grazia internazionale che sta finendo, condizionato dal basso costo del petrolio e dal fatto che la Banca Europea abbia imposto tassi di interesse bassissimi che quindi fanno costare di meno il debito pubblico, oltre ad acquistare in blocco titoli di stato italiani; ma la pacchia sta per finire.
Se i tassi tornassero solo intorno al 2% rispetto allo zero attuale ed il petrolio a 70-80 dollari al barile (che sarebbe un dato fisiologico) la nostra economia e soprattutto la spesa pubblica andrebbero in tilt. Questa è la verità, il resto sono chiacchiere.
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