L’assemblea del Sinodo dei Vescovi che si sta tenendo a Roma fa discutere, specie per certe posizioni. Convocato da Papa Francesco, il Sinodo tocca temi che riguardano gli assetti della Chiesa, ma rischia veramente di portare delle spaccature.
Ci sono i vescovi tedeschi che spingono per aprire alla Comunione ai protestanti e ad altre tendenze progressiste. Altri vescovi hanno posizioni decisamente più conservatrici.
Tra i conservatori sono menzionati anche i vescovi americani, quelli che volevano scomunicare il presidente americano Joe Biden, per le sue posizioni abortiste, e che furono fermati proprio da Bergoglio. Il rapporto tra quest’ultimo ed i vescovi americani non è dei migliori. Lo stesso Papa Francesco ha parlato di una certa difficoltà nel rapporto con l’episcopato degli Stati Uniti d’America e ha parlato di “indietrismo” di quest’ultimo.
La Chiesa americana sta dimostrando insofferenza verso le attuali scelte di Roma e Roma non sembra prestare ascolto ai vescovi americani.
Proprio negli States è scoppiato il caso del vescovo Tyler Joseph Strickland. Il vescovo della diocesi texana ha più volte criticato certe derive del Sinodo e Papa Francesco lo ha rimosso. Questo atteggiamento da parte di Roma è strano, anche se non è nuovo. Già altri che hanno criticato la linea di colui che oggi siede sul soglio di San Pietro sono stati allontanati.
Casi simili sono stati quelli del vescovo paraguayano Rogelio Ricardo Livieres Plano e di quello portoricano Daniel Fernández Torres. Questo atteggiamento non è nuovo ma è strano e mal si concilia con il concetto di “sinodalità” di cui si parla in questi tempi.
Grandi pontefici come Papa Giovanni Paolo II (oggi santo) e Papa Benedetto XVI ricevettero critiche dall’interno della Chiesa ma non ci furono allontanamenti e rimozioni. Del resto, uno dei compiti del Papa è quello di tenere insieme le varie anime della Chiesa.
La rimozione di monsignor Strickland rischia di essere una ferita grave per la Chiesa. Anzi, è un vero terremoto che ancora adesso sta scuotendo la Chiesa dall’interno. Questa scelta di rimuovere il vescovo ritenuto ribelle è preoccupante e contraddice anche le parole dello stesso Papa sulla parresia, ossia sul diritto-dovere di dire la verità.
Il vescovo Strickland l’ha fatto, ma pare che ciò non sia piaciuto a Roma.
L’impressione è che Roma abbia voluto applicare la regola del “colpirne uno per educarne cento”. Questa decisione potrebbe avere ripercussioni gravi sulla Chiesa.