Un tuffo in mare puo’ bastare a mettere in pericolo l’ecosistema marino. In un mare sempre piu’ saturo delle sostanze chimiche e plastiche contenute nei prodotti per la cura del corpo, immergersi con la pelle cosparsa di crema solare puo’ innescare una reazione la cui prima vittima e’ il fitoplancton, e a cascata tutti i pesci – moltissimi – che di questi organismi si nutrono.
A lanciare l’allarme e’ uno studio pubblicato sulla rivista dell’American Chemical Society, secondo cui quando alcuni ingredienti delle creme protettive finiscono in acqua possono diventare tossiche. Il problema sono le nanoparticelle di biossido di titano e di ossido di zinco, presenti in molte creme solari. Queste nanoparticelle possono reagire con i raggi ultravioletti del sole formando nuovi composti come il perossido di idrogeno, che e’ tossico per il fitoplancton.
Per comprendere l’impatto dei bagnanti sulla vita marina, gli studiosi sono andati nella Palmira beach di Maiorca, affollata da 10mila dei 200 milioni di turisti che ogni estate si riversano sulle coste del Mediterraneo. Sulla base di test di laboratorio, campionamenti di acqua e dati turistici, hanno concluso che il biossido di titanio delle creme solari e’ in gran parte responsabile di un drammatico picco estivo dei livelli di perossido di idrogeno nelle acque costiere.
Accanto ai solari c’e’ poi l’ampio catalogo dei prodotti cosmetici che finiscono in mare dagli scarichi domestici. In Ue se ne usano due milioni di tonnellate ogni giorno. Tra questi ci sono gli esfolianti, che contengono microsfere di polietilene. Le sfere plastiche, grandi come un granello di sale, assorbono pesticidi e altre sostanze chimiche nel loro viaggio verso il mare. Qui, come spiega Marcus Eriksen del gruppo ambientalista ‘5 Greys’, vengono scambiate per plancton e, attraverso la catena alimentare, possono contaminare il pesce che arriva sulle nostre tavole.
Per far fronte a questo inquinamento, nei giorni scorsi il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, ha presentato una proposta di legge volta a creare una certificazione ecologica per i cosmetici gestita e garantita dallo Stato. In questo modo, ha spiegato Realacci, i cittadini che hanno a cuore l’ambiente potranno avere ”uno strumento di scelta davvero super partes”.
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