In questi giorni abbiamo assistito alle vicissitudini sulle unioni civili. Il Pd non aveva i voti della maggioranza per la stepchild-adoption, sperava in quelli del M5S, che con poche eccezioni avrebbe votato la legge, ma conscio di avere in seno al proprio partito e alla propria maggioranza molti dissidenti non ha rischiato il gran passo ed è sceso a patti con Alfano… Dando ovviamente la colpa del suo fallimento al M5S. Una maggioranza raffazzonata che piange contro l’opposizione perché non vota le sue leggi: siamo al ridicolo!
Renzi poteva rischiare e tener ferma la stepchild-adoption, riuscire nel suo disegno con l’aiuto del M5S, questo sì. Ma poi? Poi doveva affrontare i dissapori interni al partito e con gli alleati. Non era semplice, ma bastava un po’ di coraggio… Giusto un poco.
Il coraggio purtroppo non è di casa nel Pd. A riprova di ciò, basta leggere sui siti internet le righe di un esponente del Pd Svizzera, Michele Schiavone, che si scaglia contro un avversario politico ma non ne fa il nome. Lo minaccia, in modo velato e non, di ripercussioni legali, ma non ne fa il nome. Lo accusa di essere un cattivo insegnante sulla base di articoli contro il Pd… Non avete letto male: Schiavone accusa, fra le righe, un imprecisato e innominato insegnante di essere inadatto all’insegnamento, ma non ci spiega perché. Il coraggioso Schiavone non ci dice a chi si riferisce. Dovremo aspettarci che se domani un ciabattino oserà criticare uno del Pd, questo reagirà accusando un innominato ciabattino dei calli di Renzi.
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