In questo periodo di Covid e di lockdown vi è una triste realtà: quella della violenza in casa. Con il lockdown, sono aumentati sempre di più i casi di violenza ai danni di uomini, donne e bambini che convivono con il soggetto violento. Questo avviene perché l’impossibilità di avere rapporti con l’esterno e la convivenza forzata hanno reso tutti più fragili e più nervosi.
Una persona che aveva rapporti con l’esterno aveva delle “valvole di sfogo” di ogni tensione che poteva avere dentro la sua famiglia. Stando sempre in casa per via del lockdown e non potendo fare ciò che faceva prima, la persona non riesce più a sfogare questa tensione che si accumula. La crisi economica è certamente un aggravante della situazione. Ciò porta chi vive una situazione di maggiore fragilità.
I maltrattamenti sono spesso di natura fisica e psicologica. In parole povere, i maltrattamenti fisici sono le botte, mentre quelli psicologici sono gli insulti e le angherie con i quali il violento cerca di distruggere l’autostima del proprio partner e dei propri figli. Così, un padre di famiglia che fino a prima del lockdown è sempre stato visto come una figura esemplare ad un certo punto diventa una persona completamente diversa che maltratta la propria moglie ed i propri figli, come il dottor Jeckyll che diventa mister Hyde.
Anche i casi di femminicidio sono aumentati. Certamente, vi sono anche i casi inversi, casi nei quali ad essere violenta è la moglie. Possiamo dire che il lockdown metta a nudo le debolezze di ognuno di noi. Forse, oltre alla questione economica, si dovrebbe trattare anche quella delle violenze domestiche; magari, favorendo una maggiore assistenza psicologica, per evitare fatti veramente gravi.