Con tutto il dovuto rispetto per le istituzioni viene da chiedersi se nel calderone dei politici non ci possano essere persone migliori di quelle che sono state scelte a formare il Governo affidato a Gentiloni, il quale non molto tempo fa, da ministro degli Esteri, dovette fare un ridicolo slalom per districarsi dalla questione “Gerusalemme”, dopo le mozioni votate all’Unesco e all’Onu.
Ora a distanza di una quindicina di giorni dall’insediamento del nuovo governo ci troviamo con il ministro dell’Istruzione che, inavvertitamente, ha scambiato il suo diploma per una laurea; il ministro del lavoro che se ne è uscito con una deprecabile quanto insulsa esternazione circa i giovani che espatriano per lavorare e/o studiare; il ministro dello Sport il cui nome figura tra le carte dell’inchiesta Consip.
A cotanti deplorevoli episodi se ne aggiunge uno di gravità assoluta, associata a sfrenata ricerca di visibilità. Dopo lo scontro a fuoco avvenuto a Milano nel quale è rimasto ucciso il killer di Berlino, mentre i vertici della polizia richiedevano, per ovvie questioni di sicurezza, di non rivelare l’identità dei due bravissimi poliziotti, il ministro dell’Interno ed il premier, forse per il solo scopo di incensarsi dell’operato altrui e/o per riempirsi la bocca, svelavano l’identità dei due poliziotti. Verrebbe da dire che tanto a loro cosa importa, hanno a disposizione il servizio di sicurezza pagato dai contribuenti e, pertanto, sono portati a sfruttare qualsiasi avvenimento per darsi un po’ di lustro. In questo increscioso e deplorevole fatto spero che le spese relative al dovuto servizio di sicurezza per i due poliziotti e le loro famiglie siano decurtate dagli emolumenti dei due ministri, a meno che per la casta non sussista la sacrosanta regola che chi sbaglia non deve pagare. Credo che sarebbe anche opportuna, se non doverosa, una loro immediata uscita dal teatrino della politica.
All’indomani del giuramento qualche testata giornalistica riportava il seguente titolo “E’ nato un governo già morto”. Credo che ora ci rimanga solo da fargli il funerale con la speranza che i giochetti politici di bassa leva abbiano meno spazio e che, per palazzo Chigi, si scelgano personaggi all’altezza del compito e non ci si limiti al solito walzer di poltrone.
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