Il wafer napolitaner è un dolce tipico dell’Austria. Tuttavia, ha un cuore italiano e il suo nome la dice lunga.
Il wafer ha radici antiche: deriva dal teganites greco, di cui scrisse Cratino nel V secolo AC. Il teganites poteva essere consumato anche con alimenti salati, come il formaggio.
Da quel dolce derivarono anche l’alita dolcia di Roma, la ferratella abruzzese, il gaufre francese e belga, il wafer austriaco e il waffle americano.
Nel Medioevo, vi era la scuola dei “cialdonai”, erano i pasticceri che facevano i classici dolci fatti sulle griglie, dalla forma di nido d’ape.
In Austria, alla fine del XIX secolo, un giovane imprenditore viennese di nome Joseph Manner decise di inventarsi un wafer con crema di nocciole e cioccolato. Manner, infatti, possedeva un ristorante e una fabbrica di cioccolato. Ben conoscendo la storia della crema di nocciole italiana, che fu inventata in epoca napoleonica, Manner si fece venire un’idea. Volle produrre un dolce con quella crema.
Le nocciole erano della Campania, precisamente di Avella, in Provincia di Avellino. Le nocciole di Avella erano (e tuttora sono) tra le più pregiate.
La trovata di Manner ebbe successo. Il wafer fu ribattezzato come “napolitaner”, poiché Napoli era più nota di Avella. Questa iniziativa ebbe un larghissimo successo. Infatti, il wafer napolitaner nacque come un dolce “pratico”, poteva essere mangiato senza sporcarsi le mani.
L’attività imprenditoriale di Manner andò alla grande. Ancora oggi, l’azienda austriaca produce noti wafer napolitaner. Così, il dolce austriaco dal cuore italiano continua la sua storia.