Si chiama priapismo ed un’erezione persistente e dolorosa slegata dall’eccitazione e dal rapporto sessuale. Qualcosa “di molto raro, gli specialisti vedono 1-2 casi l’anno”, spiega Vincenzo Mirone, segretario generale della Società italiana di urologia (Siu), “ma non va sottovalutato”.
Il priapismo può essere causato, oltre che da traumi, anche da alcune malattie: l’anemia falciforme, per esempio, o la leucemia, oppure il tumore della prostata e della vescica. Ma può anche essere provocato anche dai medicinali usati contro la disfunzione erettile o per la diagnostica urologica, come nel caso di un uomo di 45 anni che ha denunciato il proprio medico.
Il 45enne si era infatti rivolto a uno studio medico di Roma per cercare di curare in qualche modo la propria disfunzione erettile, di cui soffriva da qualche tempo. Tuttavia, l’uomo è passato dalla padella alla brace: anziché risolvere il problema, la terapia ne ha creato uno nuovo. Dal nulla a 36 ore di fila di dolorosa erezione, che gli ha causato – secondo il Pronto soccorso a cui si è rivolto – lesioni guaribili in trenta giorni. Per questo il 45enne ha deciso di sporgere denuncia.
I medici coinvolti nell’indagine condotta dal pm Attilio Pisani non avrebbero avvertito il paziente dei possibili effetti collaterali che possono seguire l’assunzione di prostaglandina E1.
Il priapismo, sottolinea ancora Mirone, “se continua oltre le 4-6 ore può compromettere l’organo sessuale". Per il malcapitato 45enne le ore sono state 36.
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