Il presidente della Repubblica Dominicana, Luis Abinader, ha inviato un ultimatum ad Haiti avvertendola che giovedì prossimo ordinerà la chiusura totale delle frontiere terrestri e aeree fra i due Paesi se gli haitiani non interromperanno i lavori di costruzione di un canale, considerato illegale, sul fiume Dajabón (conosciuto anche come Masacre).
In una conferenza stampa ieri il capo dello Stato ha precisato che “l’opera non è costruita dal governo ma da imprenditori privati che vogliono portare acqua nelle loro aziende agricole”. Abinader, riferisce il quotidiano Diario Libre, ha discusso la questione con il premier haitiano Ariel Henry che gli ha risposto che il suo governo “non ha la forza per fermare l’opera”.
Preso atto di questo, il Consiglio di sicurezza nazionale (Csn) ha deciso di chiudere completamente la frontiera con Haiti al commercio terrestre, marittimo e aereo a partire da giovedì, se non si risolverà il conflitto sulla costruzione del canale.
Il Consiglio ha anche deciso la sospensione del rilascio di visti ai cittadini haitiani fino a nuovo ordine, l’introduzione di misure speciali sul fiume Dajabón per garantire a breve termine l’approvvigionamento di acqua ai produttori dominicani, e l’inizio del processo di costruzione della diga di Don Miguel come soluzione definitiva a lungo termine.
La progettazione di quest’opera, ricorda il giornale, “è iniziata lo scorso anno e si stima che la sua costruzione durerà circa 30 mesi, con un costo approssimativo di 2,7 miliardi di pesos (quasi 44 milioni di euro)”. Infine il Consiglio ha deciso di chiedere una riunione del del Tavolo idrico binazionale per concordare una soluzione definitiva al contenzioso.