Bruxelles tenta di minimizzare sull’impatto che il boom della destra xenofoba alle elezioni in Meclemburgo potrebbe avere sulla politica migratoria dell’Unione. Ma e’ ancora difficile prevedere quali saranno gli effetti della ‘debacle’ di Angela Merkel, fino ad oggi sponsor convinta delle proposte della Commissione sui profughi, mentre l’Unione si prepara ad affrontare mesi difficili, a partire dal doppio appuntamento del 2 ottobre, col referendum ungherese sulla ridistribuzione Ue delle quote obbligatorie di profughi, ed il remake delle presidenziali in Austria.
Il portavoce della Commissione europea Alexander Winterstein “non commenta” l’esito delle regionali tedesche, ma sollecitato, risponde: “no” questo voto “non indebolisce la politica di solidarieta’. La solidarieta’ e’ la giusta premessa”, occorre andare avanti per farla funzionare sul terreno. Anche il premier Matteo Renzi getta acqua sul fuoco: “un voto amministrativo dovrebbe essere considerato come voto amministrativo” e non essere trasformato in un “caso nazionale”.
Ma il sorpasso del partito anti-immigrati ‘Alternativa per la Germania’ (Afd; 20,8%) sulla Cdu (19%) proprio nel suo collegio elettorale preoccupa Merkel. La leader tedesca, promotrice della politica delle porte aperte, al G20 in Cina rompe la consuetudine di non parlare di politica interna quando si trova all’estero, e si impegna a “riconquistare la fiducia” dei tedeschi, premendo sull’acceleratore dei rimpatri. “Da un lato ci prendiamo la responsabilita’ umanitaria, inclusa l’integrazione – avverte – dall’altro mettiamo in chiaro che coloro che non hanno diritto a restare, devono lasciare il nostro
Sul fronte interno, nella Csu (alleato bavarese della Cdu) monta un certo nervosismo. L’ex presidente della Baviera, Edmund Stoiber, ha chiesto alla cancelliera “una seria analisi del voto”, mentre il ministro delle Finanze bavarese Markus Soeder, uno dei piu’ critici in passato con la politica di accoglienza sui profughi, spinge per “un cambio di rotta” a Berlino. A brindare e’ la destra populista europea. I leader delle diverse formazioni di estrema destra, dalla francese Marie Le Pen del Fronte nazionale all’austriaco del Fpo Heinz-Christian Strache, dall’olandese Geert Wilders del Pvv al belga Tom Van Grieken del Vlaams Belang, si congratulano con l’esponente di spicco dell’Afd Frauke Petry, che parla di “sconfitta personale” di Merkel, che con “la sua catastrofica politica sull’immigrazione” ha oscurato tutti gli altri settori. Il premier ungherese Viktor Orban, grande critico della politica migratoria della leader, intanto non esclude la possibilita’ di un nuovo peggioramento della crisi dei flussi. “Vista la debolezza dell’accordo tra Ue, Turchia e Germania – afferma – non possiamo escludere la possibilita’ di trovarci di fronte a una situazione simile a quella dello scorso anno” e studia gia’ come correre ai ripari.
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