L’Ue e’ ‘rassicurata’ dalle prime mosse del governo Letta, promuove il rinvio dell’Imu soprattutto grazie alla garanzia che tornera’ intatta qualora non si trovassero le coperture, e tutto lascia credere che Bruxelles dara’ un segnale di incoraggiamento all’Italia chiudendo la procedura per deficit eccessivo il 29 maggio. Nonostante il debito pubblico record che preoccupa l’Europa, e nonostante il calo del pil che metterebbe di nuovo a rischio il deficit se la crescita non dovesse tornare entro l’anno.
Fonti europee spiegano come la Commissione abbia finora ottenuto ‘tutte le garanzie che voleva’. Soprattutto sul gettito dell’Imu, che grazie alla ‘clausola di salvaguardia’ non cambiera’ e quindi non rischia di alterare il delicato equilibrio tra entrate e uscite che determina il deficit e quindi il giudizio dell’Ue. Il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni accoglie ‘con piacere’ la promozione dell’Ue sull’Imu, che ‘ci da’ margini per sostenere la crescita’.
Quando la procedura sara’ chiusa infatti, l’Italia tornera’ tra i ‘virtuosi’ e potra’ chiedere una maggiore flessibilita’ sulla spesa pubblica. Secondo i calcoli del governo si liberebbero subito 10-12 miliardi per ‘investimenti produttivi’ co-finanziati dalla Ue che non peseranno sul calcolo del deficit. Sempre se nel vertice Ue di giugno l’Italia riuscira’ a vincere la partita sulla ‘golden rule’, cioe’ la possibilita’, per chi ha i conti a posto, di fare manovre ‘anticicliche’ e scorporarle dal deficit. E in ogni caso il margine di manovra sulla spesa e’ pochissimo, perche’ la procedura si chiude comunque ‘al limite’, ovvero con un deficit 2013 al 2,9%. Ma anche se Bruxelles il 29 chiudera’ la procedura, spostera’ i riflettori sul debito e sulle altre criticita’ italiane: la Commissione dedichera’ infatti circa quaranta pagine ai problemi ancora non affrontati che impediscono al Paese di uscire dal tunnel della recessione, e fara’ le sue raccomandazioni. Sul debito elevatissimo prima di tutto: quest’anno sfondera’ il 130% e l’anno prossimo aumentera’ anche a causa del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, e finche’ non scende l’Italia resta vulnerabile alle tensioni sui mercati. Seconda, cruciale, questione, e’ la crescita: l’assenza di competitivita’ di un’economia che continua a contrarsi richiede stimoli alle imprese ad innovare e alleggerimento di tasse e burocrazia. Dito puntato anche contro la p.a., che va snellita, e il sistema giudiziario che non da’ garanzie agli investitori. Anche istruzione e formazione vanno rimodernate, per renderle piu’ orientate alle esigenze del mercato del lavoro. Per Saccomanni, sono tutti ‘obiettivi di riforma ben noti al Governo’.
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