“Non parliamo della persona, a Di Maio auguriamo buon lavoro. Ma diciamo che suo malgrado è diventato la metafora della logica perversa del potere” e mentre “gli elettori lo hanno punito, il sistema di potere che lui ha servito lo ha premiato”. Così il leader del M5S Giuseppe Conte, sulla nomina di Luigi Di Maio a inviato Ue nel Golfo Persico, a margine della visita al Museo della Liberazione di via Tasso, in occasione del 25 aprile.
“Quando era con noi a contrastare la corruzione e a difendere gli ultimi e non privilegiati, veniva deriso e umiliato. Quando poi ha preso a lodare supinamente l’inesistente agenda Draghi è diventato un politico serio e responsabile. Quando infine ha fondato un partito e ha iniziato a fare la guerra la movimento per emarginarlo è diventato uno statista”, aggiunge Conte, trovando “singolare che Meloni, pur volendo non si sia opposta: la dice lunga sulla sua connivenza con un certo sistema di potere che è anche a Bruxelles. Ed è l’ennesima conferma che la sua politica rivela piena continuità draghiana”.
“Mi dispiace per qualche laudatio” nei confronti di Luigi Di Maio da parte “di alcun esponenti del Pd che non si rendono conto che con le loro uscite vanno a spargere sale su quella che è una ferita della nostra comunità”.