Pier Ferdinando Casini, nell’ultimo libro di Bruno Vespa, parla delle future alleanze dei moderati. Il leader Udc ha gioco facile quando rivendica che i risultati delle Regionali siciliane “mi danno ragione”. “Il governo dell’assemblea siciliana e la vittoria di Rosario Crocetta nascono da un patto tra progressisti e moderati, tra aderenti al Partito popolare europeo e al Partito socialista europeo. Nella prossima legislatura nazionale, Berlusconi si annuncia come un ostacolo allo sviluppo del campo moderato del centrodestra e il Partito democratico pone confini dall’altra parte, alleandosi con Vendola. Se si ragiona in termini riformistici si vince, altrimenti…”.
Casini non vuol sentire nemmeno parlare di Berlusconi, il quale – secondo il leader centrista – “non solo ha il problema di perdere voti, ma anche quello che nessuno vuole allearsi con lui. Non noi, non gli esponenti della società civile che vogliono entrare in politica". Dunque con il Cavaliere non può esserci alcun accordo. Tuttavia, Casini potrebbe essere attratto da un’ipotetica lista con Alfano e Montezemolo, una lista che sia chiaramente distinta da una che rappresenti Berlusconi. In questo modo, spiega il presidente Udc a Vespa, “si rafforzerebbero molte prospettive di collaborazione. Si stabilirebbero una discontinuita’ profonda con quello che e’ stato il governo degli ultimi anni e una fase nuova che non potrebbe prescindere da un punto di riferimento che si chiama Monti. Il terreno comune d’intesa tra me e Alfano e’ duplice: piu’ labile il riferimento internazionale del Partito popolare europeo, piu’ stringente quello interno del governo Monti. Monti vuol dire tante cose: il populismo sostituito dal senso del dovere, la demagogia e le promesse sostituite da una politica che sa fare scelte impopolari, sa dire agli apparati pubblici che devono ridursi, impone sacrifici alla nomenclatura".
Guardando a sinistra, “mi preoccupa il tipo di politica che intende fare Bersani. Che vuole fare sulla produttivita’ e sulle pensioni? Andiamo avanti o torniamo indietro? Non dimentichiamo che l’abolizione dello scalone pensionistico che ci ha fatto perdere 10 miliardi porta la firma di Prodi… Voglio sperare che lui ripensi a questi problemi in chiave europea e riformista". "Ho la sensazione che il terrore di Renzi – prosegue il leader centrista – lo abbia spinto tra le braccia di Vendola. Se questa sensazione fosse giusta, la scelta sarebbe molto negativa". "Monti ha dimostrato che questo paese non si puo’ governare tornando alle vecchie coalizioni del passato. E difficilmente una sinistra nella versione piu’ radicale – avverte Casini – puo’ essere autosufficiente per governare il Paese. Puoi avere una risicata maggioranza numerica, ma politicamente non ce la fai. Come non ce l’hanno fatta prima Prodi e poi Berlusconi. Eppure, lui mi aveva sempre spiegato che non riteneva possibile l’autosufficienza della sinistra…".
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