Pier Ferdinando Casini propone, in un’intervista La Stampa, un patto del rigore per il dopo Monti e la nascita della ‘Cosa Bianca’, confermata, ma senza fretta. “Chiunque vinca si impegni prima sul risanamento": è questo l’appello che il leader dell’Udc rivolge alle forze della maggioranza. “L’emergenza – spiega – non può considerarsi conclusa e quindi auspico che i partiti firmino prima del voto un memorandum d’intesa, con precisi impegni da attuare per il risanamento del Paese, siglando un patto che andrà rispettato da chiunque vinca le elezioni".
Ma quando si parla di “Cosa Bianca”, di che si tratta? "Noi riteniamo sia giusto presentare un’offerta politica composta da persone perbene, che credono importante continuare lo spirito del governo Monti, e da tante personalità oggi esterne alla politica". Ci ricorda un po’ l’idea dei “Mille per l’Italia” di Gianfranco Fini: non è che in questo periodo tutti copiano tutto, visto che non ci sono le idee?
Comunque Casini precisa: “Non serve avere fretta: non credo che le elezioni ci saranno a settembre-ottobre. L’importante e’ cio’ che gli italiani troveranno sulla scheda elettorale. E nessuno si deve sciogliere dentro qualcosa, neanche l’Udc", che è comunque “disponibile a fare non uno, ma due passi indietro, per consentire la formazione di una lista che sia imperniata su una pluralità di soggetti".
Il leader centrista sottolinea che l’area a cui pensa quando parla di “Cosa Bianca” sarebbe “alternativa alla sinistra e al Pd”: questo, però, in condizioni normali. E quello attuale è tutto tranne un momento “normale”. Dunque, "la prospettiva che sta andando avanti e’ quella della larga coalizione". Anche con l’estrema sinistra di Vendola? Il leader di Sel, afferma Casini, "e’ solo il bersaglio di comodo che usa il Pdl per cercare di colpirmi”.
Diverse le reazioni alle parole di Casini: dal PdL si fa sentire Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera, secondo cui il leader dell’Udc farebbe bene a “mettersi d’accordo con se stesso”, visto che da un lato “sostiene che con un Pdl con Berlusconi non vuole avere nulla a che fare e che dunque il suo alleato potenziale preferenziale una volta votato sarà il Pd”. Il Pd, tuttavia, gli ricorda “che ha Vendola come alleato preferenziale e dunque rispetto all’Udc esprime punti programmatici profondamente contraddittori”. Così, nasce spontanea una domanda: “Ma di quale alleanza parla Casini?".
Al PdL replica Savino Pezzotta, esponente dell’Udc: “Le dichiarazioni dei vari esponenti del PdL sono la conferma che la strada scelta dell’Udc e’ quella giusta. Le loro dichiarazioni non fanno altro che confermare che saranno sconfitti e non per colpa dell’Udc, ma per i tanti errori commessi".
Per Giorgio Merlo, Pd, vicepresidente commissione Vigilanza Rai, "le dichiarazioni di Casini sono importanti perche’ confermano che per la prossima legislatura e’ necessaria una coalizione di governo che unisca le forze progressiste e le forze moderate capaci di dar vita ad una vera alleanza riformista". E per Potito Salatto, Fli: “L’annunciato scioglimento dell’Udc e’ un generoso e intelligente atto politico dell’onorevole Casini, al quale anche noi di Fli dobbiamo fornire un contributo. Cio’ per realizzare quell’esemplificazione dello scenario politico italiano che oggi e’ disarticolato e pertanto improduttivo".
Dunque, Casini continua a dettare la linea, in qualche modo: l’Udc, il primo sponsor del governo Monti, viene “coccolato” da destra e da sinistra. E per ora non rivela fino in fondo le sue carte, le sue reali intenzioni. Un atteggiamento, tuttavia, che rischia anche di fargli del male: la politica del piede in due scarpe, potrebbe, arrivati ad un certo punto, fare più male che bene al leader centrista.
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