Immagino lo sconcerto e la tristezza di papa Francesco. Sono mesi che invita, chiede, implora la pace per l’Ucraina o almeno una tregua. Viene suo ospite a Roma il presidente Zelensky e si presenta in Vaticano come un burino di periferia, in maglione girocollo e gli dice che la pace non gli serve e che semmai ci sarà solo come e quando vorrà lui, che non ha bisogno né di consigli né di diplomazia, tanto – avrà aggiunto – di armi ne ho e ne avrò a volontà, me le regalano USA, UE e GB fin quando mi serviranno ed in modo illimitato, quindi non si parli neppure di un armistizio, il Vaticano non mi serve e anche le proposte cinesi vanno rifiutate.
Un’ora dopo – sempre in maglione – viene ricevuto a palazzo Chigi e al Quirinale con tutti gli onori, addirittura abbracciato da una Premier che sembra aver perso al suo confronto ogni logica od autorevolezza. A sera Zelensky è già in Germania e poi in Francia presentandosi sempre come emblema della pace. A Londra addirittura lo riforniscono anche di missili a lunga gittata: strano modo di costruire la pace, visto che sono armi offensive e non certo difensive.
Nessuno che nelle varie tappe gli chieda mai conto di come spenda i fondi, come usi le armi, come venga controllato, che fine abbia fatto l’opposizione interna e come intenda rappresentare in futuro le minoranze etniche, se mai in Ucraina ne esisteranno ancora e, anzi, lo invitano ad entrare in Europa al più presto quando altri paesi attendono invano da decenni.
Domande addomesticate, mai stringenti (vero Vespa?) o tantomeno imbarazzanti: con Zelensky non si usa. Lui, presentandosi come campione della libertà, con la guerra ha comunque fatto l’affare della vita e se intanto gli ucraini (e i russi, ma quelli non contano nulla) muoiono a centinaia… chissenefrega.
So di essere critico su di lui e forse non condiviso, ma mi piacerebbe chiedere ai lettori se la mia posizione – nonostante una pressione quotidiana costante e martellante di tutti i media a favore di Kiev – sia così isolata o è invece più diffusa. Perché, a dispetto dei media tutti schierati con Kiev, incontro in giro tanta diffidenza, tanti timori e riserve sulla posizione italiana ed europea nei confronti di Kiev.