Scrivendo di eventi in fieri ci si può sempre sbagliare, ma sembra proprio che la guerra in Ucraina sia finalmente prossima ad una tregua e, si spera, alla pace.
Quello che invece si sta rivelando certo, è che sia stata una guerra inutile, che si poteva e si doveva evitare.
Sono morti sciaguratamente centinaia di migliaia di ucraini e di russi, militari e civili. Le azioni messe in atto da Zelensky, che è andato viaggiando di capitale in capitale chiedendo in continuazione armamenti, sono risultate deleterie perchè, invece di fare qualche sforzo per giungere ad un compromesso, ha sempre e solo cercato di alzare il livello della guerra e, se fosse dipeso da lui, probabilmente si sarebbe arrivati alla terza guerra mondiale.
E’ risultata altresì controproducente la politica degli Usa di Biden e della Ue, che hanno unicamente pensato a distribuire armi e ad applicare sanzioni, che hanno danneggiato soprattutto le nostre economie.
Tutto questo con quali risultati? La Russia, al prezzo di una orribile carneficina e di grandi distruzioni, ha preso possesso di territori abitati in stragrande maggioranza da popolazioni che parlano russo e si sentono russe, e quei territori molto difficilmente torneranno a far parte dell’Ucraina.
Nel frattempo le economie di molti paesi europei (in particolare l’Italia e la Germania), hanno visto aumentare enormemente il costo delle loro importazioni di gas e di idrocarburi, e stanno soffrendo le conseguenze della guerra.
A peggiorare la situazione, ci sono poi le assurde imposizioni green della UE, che hanno messo in ginocchio le imprese del settore automobilistico e dell’indotto e hanno fatto perdere molte decine di migliaia di posti di lavoro.
La guerra si doveva evitare. Se questo non era nella visione politica di Zelensky (sempre che ne abbia una), avrebbe dovuto essere compreso dai governi dei paesi occidentali. Risultava prevedibile che, circondandola con la Nato e “abbaiando alla Russia”, questa avrebbe reagito e non avrebbe mai accettato la sottomissione delle popolazioni russofone, e tantomeno l’entrata dell’Ucraina nella Nato.
Kiev era arrivata a proibire l’uso della lingua russa e a destituire i parlamentari russofoni. L’errore politico e lo strabismo dell’Occidente risultano evidenti, se si ricorda che, in una situazione che ha qualche analogia, avevamo preso decisioni opposte, arrivando a bombardare Belgrado, fino a dare l’indipendenza al Kossovo.
Oggi non ci resta che sperare che l’energica azione di Trump porti al più presto a una pace che sia effettiva e che scongiuri la ripresa della guerra.
L’azione del nostro governo, finora allineata alle decisioni del precedente governo di Washigton e a quelle della UE, potrebbe ora risultare positiva, dato l’ottimo rapporto della nostra premier Meloni con il nuovo presidente americano.
In questo frangente, in attesa finalmente di buone notizie, appaiono anacronistiche le manifestazioni di piazza a favore del riarmo europeo e contro Putin. Ma cosa volete, certa sinistra non potrà mai simpatizzare con la Russia attuale, abitata da troppi bianchi, troppi cristiani, che non prevede il matrimonio omosessuale, che non segue le direttive gender e non applica la cancel culture.
A Mosca coesistono le statue di Ivan il Terribile, dello zar Nicola II, di Lenin e di Stalin. Ce ne sono anche di Cristoforo Colombo, e crediamo che non corrano nessun pericolo.