“I fautori dell’invio a oltranza delle armi sostengono che se smettessimo di inviarle faremmo vincere Putin perché l’Ucraina presto non potrebbe più difendersi dagli attacchi russi contro le sue città, quindi le sue forze armate soccomberebbero. Si, vero, anche se questo dipenderebbe più alla carenza di uomini, di truppe, che di armi e munizioni”. Lo ha dichiarato deputato Marco Pellegrini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Difesa, nel suo intervento in dichiarazione di voto sul decreto di proroga annuale dell’invio di armi all’Ucraina.
“Ma chi critica la nostra posizione contraria all’invio di armi con questa banale argomentazione, cercando di farci passare per dei pazzi incoscienti, dei velleitari pacifinti o peggio come dei cinici filo-putiniani, ignora di proposito l’altra gamba su cui si regge la nostra proposta ossia la richiesta di un cessate il fuoco immediato, di una tregua delle ostilità che impegni anche i russi e gli ucraini, che quindi non avrebbero più bisogno di difendersi. Se le armi tacciono, non occorre inviarne ancora”.
“Ma come ci arriviamo a un cessare il fuoco?”, ha aggiunto Pellegrini. “Come convinciamo Putin e Zelensky a concordare una tregua? Certamente non continuando a mandare armi e ad escludere ogni negoziato ma proponendo a Ucraina e Russia una soluzione che soddisfi entrambe le parti – come ha confessato di voler fare la Meloni, ai comici.
Le soluzioni possono essere diverse: stop agli attacchi russi in cambio del ritiro di alcune sanzioni, una missione di peacekeeping per monitorare la tregua composta da forze neutrali accettate da entrambe le parti, un tavolo negoziale permanente per discutere del futuro status militare dell’Ucraina e il futuro status dei territori occupati. Sono alcune delle possibilità ma saranno le parti, aiutate dalla comunità internazionale, a decidere durante il negoziato.
E’ tempo che la Politica italiana ed europea si tolga l’elmetto e discuta di questo orizzonte. La Politica si riprenda il suo spazio e il suo ruolo, che è quello di ragionare con pragmatismo sulle soluzioni più razionali e più convenienti per il bene degli ucraini e dei nostri popoli”.