Nato in allerta e pronta a dare "pieno sostegno" all’Ucraina. E se il nuovo Parlamento di Kiev vorra’, potrebbe anche dare seguito alla promessa del 2008, quando a Bucarest si apri’ la porta all’ipotesi dell’adesione dell’Ucraina all’Alleanza Atlantica. E’ lo scenario che Mosca teme, ed e’ esattamente quello evocato dal premier Iatseniuk mentre a Bruxelles si tengono le riunione straordinaria prima del Consiglio Atlantico, poi della Commissione Nato-Ucraina. Nelle riunioni degli ambasciatori non si parla esplicitamente della possibile svolta ucraina pro-Nato.
Il rappresentante del governo di Kiev, Ihor Dolhov, si limita a chiedere la fornitura di armi. "E’ quello di cui abbiamo bisogno", dice aggiungendo che "e’ chiaro che la Nato non ci puo’ aiutare mandando truppe". Chiarisce che non sono i soldati quelli che mancano, ma gli aiuti concreti. Sotto forma di forniture di armi, che finora – nonostante le promesse – gli stati membri della Nato non hanno fatto arrivare. Il segretario generale uscente dell’Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen, garantisce che nel vertice della prossima settimana in Galles – cui partecipera’ il presidente Poroshenko – arrivera’ la "piena solidarieta’" all’Ucraina sotto forma di fondi destinati a finanziare lo sviluppo delle forze armate ucraine "in quattro aree": la logistica, la catena di comando e controllo, la cyberdifesa e gli aiuti al personale militare, compreso quello sanitario per i feriti.
Rasmussen coglie l’occasione anche per ribadire come "non ci sono dubbi" che le truppe russe abbiano sconfinato nell’Ucraina orientale ed ormai agiscano "all’interno del paese". Poi torna a ripetere la denuncia contro Mosca che "non rispetta i suoi obblighi internazionali", che "continua a rifornire i separatisti con carri armati, veicoli corazzati, artiglieria e lanciamissili", senza deviare dal "pericoloso percorso" di destabilizzazione dell’Ucraina "cominciato da mesi".
Parole gia’ sentite decine di volte, ma stavolta – rispondendo alla domanda di un giornalista americano sulla possibile svolta verso l’adesione – il segretario generale ricorda che dopo l’apertura del 2008, l’Ucraina aveva "deciso di seguire una politica di non allineamento". Ma poi aggiunge: "Lo rispettiamo pienamente. Cosi’ come rispetteremmo pienamente se il Parlamento ucraino decidesse di cambiare tale politica, perche’ aderiamo al principio che ogni Paese ha il diritto di scegliere da solo le sue alleanze, senza interferenze".
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