Al fotoreporter Alfredo Bosco dal 6 febbraio scorso è stato revocato l’accredito stampa dalle autorità ucraine. E’ bloccato a Kiev. La stessa cosa vale per il collega Andrea Sceresini, con il quale Bosco stava preparando un servizio per la Rai. Al momento della sospensione i due si trovavano nel Donbass. Ora sono a Kiev sotto richiesta dell’ambasciata italiana che sta cercando di agevolare la risoluzione del problema.
Giulia Deidda, sindaca di Santa Croce sull’Arno, paese di origine di Bosco afferma: “Confido nel lavoro diplomatico della nostra ambasciata e del Ministero degli Esteri”.
Era loro stato prospettato un interrogatorio, che però non è ancora avvenuto.
“Posizione di stallo – si legge sul Tirreno – in un Paese in cui, senza un accredito, è quasi impossibile circolare e fare il proprio lavoro, con il rischio costante di essere fermati ad uno dei tanti posti di blocco o entrare in contatto con autorità e soggetti consapevoli dell’accusa rivolta ai due, con tutto ciò che questo può significare”.
Secondo quanto riporta Il Tirreno, la situazione è “sempre più delicata, considerando soprattutto l’accusa che viene lanciata dalle autorità ucraine verso i due giornalisti, tacciati di posizione filorusse: posizione mai messa nero su bianco della quale i due sono però venuti a conoscenza tramite i loro contatti, legata probabilmente al lavoro giornalistico effettuato precedentemente allo scoppio vero e proprio del conflitto del 2022, quando i due testimoniarono l’occupazione delle forze separatiste filo russe”.